Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Il governo gialloverde: dalle telecamere nelle scuole alle telecamere sulla divisa per le forze dell'ordine


L'ossessione della sicurezza ha trasformato le nostre città in luoghi video-sorvegliati come forse a volte non succede neanche nelle carceri di maggiore sicurezza. L'ossessione della telecamera è una costante della nostra società e non poteva che entrare all'intero del fantomatico contratto di governo giallo-verde. Due le questioni significative.

Quella prevista per le forze dell'ordine. Discorso che venne già avviato e sostenuto da diverse forze sindacali negli anni passati insieme al numero identificativo. Nel detto programma di governo si legge :Si dovranno dotare tutti gli agenti che svolgono compiti di polizia su strada di una videocamera sulla divisa, nell’autovettura e nelle celle di sicurezza, sotto il controllo e la direzione del Garante della privacy, con adozione di un rigido regolamento, per filmare quanto accade durante
il servizio, nelle manifestazioni, in piazza e negli stadi". E le telecamere sarebbero contemplate anche nelle scuole
A dire il vero il sistemo di video-sorveglianza per le scuole esiste già con le giuste limitazioni e garanzie come definite dal Garante per la protezione dei dati personali ed operano all'esterno dell'edificio. Nel provvedimento del Garante dell’8 aprile 2010 si prevede che “può risultare ammissibile l'utilizzo di tali sistemi in casi di stretta indispensabilità, al fine di tutelare l'edificio ed i beni scolastici da atti vandalici, circoscrivendo le riprese alle sole aree interessate ed attivando gli impianti negli orari di chiusura degli istituti” e che “ è vietato attivare le telecamere in coincidenza con lo svolgimento di eventuali attività extrascolastiche che si svolgono all'interno della scuola.”
 
E' fatto notorio che ci sono diverse proposte di legge presentate per inserirle nelle aule delle scuole dell'infanzia per controllare l'operato del personale scolastico, oltre che nelle strutture socio-assistenziali, per contrastare e prevenire i tremendi casi di violenza che lì si possono realizzare o si realizzano. Giusto o non giusto? Nel programma il riferimento però è previsto per il problema relativo al cyber bullismo e bullismo in genere. 
Così è scritto: "É necessario introdurre misure repressive per chi commette il reato e premianti per chi lo denuncia: prevedere sanzioni amministrative nei regolamenti scolastici; numero verde unico nazionale; premialità per gli studenti che denunciano episodi di bullismo (borse di studio); videocamere nelle scuole." Una volta introdotte le telecamere per controllare gli studenti, si spalancheranno le porte per controllare anche i docenti. Sarà inevitabile.

Marco Barone

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