Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Chiamalo se vuoi Governo zona Cesarini

Italia e Ungheria si sfidavano in una partita importante, per quella che allora era la Coppa Internazionale, inizio anni '30. E Cesarini al 90° segnerà il gol decisivo per l'Italia. E venne usato per la prima volta , il termine Cesarini, atto ad indicare un gol nei minuti finali, nella partita tra Inter contro la Roma. Milano e Roma. Segno del destino in quell'incrocio tra la Capitale politica, simbolica d'Italia, e quella reale d'Italia, che vede innanzi al Palazzo simbolo dei mercati, un dito medio mandare a fanculo il sistema che, piaccia o non piaccia, che governa le democrazie, anche qui, da noi, il Paese corrotto come non mai. 
Quello che è accaduto dopo il 4 marzo è fatto notorio. Ma quello che è accaduto nella settimana della passione più calda e forse pericolosa della Seconda Repubblica italiana, verrà compreso nei prossimi anni. Dal veto sulla questione Savona, all'urlo circense per l'impeachment, che a quanto pare ha prodotto degli effetti, alla convocazione delle piazze per il 2 giugno, al passo indietro del Quirinale, per un compromesso politico che ha portato alla creazione del governo più destro di sempre  nell'Italia repubblicana. Le metafore calcistiche sono state la peculiarità di questa settimana di passione e nascita del governo. A partire dal suo nome, governo gialloverde, come se si parlasse di una squadra di calcio, dal cognome del suo Premier, Conte, che è stato usato per similitudini e battute che richiamavano Conte allenatore di calcio, al solito concetto di "squadra" a toto ministri, che ricorda il totocalcio, alle formule come palla al centro, a buona parte del sistema mass mediatico che si è comportato più da tifoso che da soggettività che doveva garantire la libertà d'informazione, e aiutare il popolo a capire cosa stava accadendo soprattutto dietro le quinte, tifoseria che saluterà applaudendo il secondo Premier incaricato, Cottarelli, quando annuncerà la rinuncia. Roba mai vista.
Insomma altro non si può dire che questo è un Governo nato effettivamente in zona Cesarini e non potrà che essere chiamato così. In un Paese che vede il calcio essere la vetrina dell'Italia, ed essere il calcio ai minimi storici, con l'Italia sbattuta fuori dai Mondiali, poteva forse andare peggio?

Marco Barone

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