Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Chiamalo se vuoi Governo zona Cesarini

Italia e Ungheria si sfidavano in una partita importante, per quella che allora era la Coppa Internazionale, inizio anni '30. E Cesarini al 90° segnerà il gol decisivo per l'Italia. E venne usato per la prima volta , il termine Cesarini, atto ad indicare un gol nei minuti finali, nella partita tra Inter contro la Roma. Milano e Roma. Segno del destino in quell'incrocio tra la Capitale politica, simbolica d'Italia, e quella reale d'Italia, che vede innanzi al Palazzo simbolo dei mercati, un dito medio mandare a fanculo il sistema che, piaccia o non piaccia, che governa le democrazie, anche qui, da noi, il Paese corrotto come non mai. 
Quello che è accaduto dopo il 4 marzo è fatto notorio. Ma quello che è accaduto nella settimana della passione più calda e forse pericolosa della Seconda Repubblica italiana, verrà compreso nei prossimi anni. Dal veto sulla questione Savona, all'urlo circense per l'impeachment, che a quanto pare ha prodotto degli effetti, alla convocazione delle piazze per il 2 giugno, al passo indietro del Quirinale, per un compromesso politico che ha portato alla creazione del governo più destro di sempre  nell'Italia repubblicana. Le metafore calcistiche sono state la peculiarità di questa settimana di passione e nascita del governo. A partire dal suo nome, governo gialloverde, come se si parlasse di una squadra di calcio, dal cognome del suo Premier, Conte, che è stato usato per similitudini e battute che richiamavano Conte allenatore di calcio, al solito concetto di "squadra" a toto ministri, che ricorda il totocalcio, alle formule come palla al centro, a buona parte del sistema mass mediatico che si è comportato più da tifoso che da soggettività che doveva garantire la libertà d'informazione, e aiutare il popolo a capire cosa stava accadendo soprattutto dietro le quinte, tifoseria che saluterà applaudendo il secondo Premier incaricato, Cottarelli, quando annuncerà la rinuncia. Roba mai vista.
Insomma altro non si può dire che questo è un Governo nato effettivamente in zona Cesarini e non potrà che essere chiamato così. In un Paese che vede il calcio essere la vetrina dell'Italia, ed essere il calcio ai minimi storici, con l'Italia sbattuta fuori dai Mondiali, poteva forse andare peggio?

Marco Barone

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