La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Ma c'è veramente il rischio fascismo o si tratta di una montatura elettorale?

E' innegabile che in questo contesto storico le destre reazionarie, tradizionali, estreme hanno gran forza e trovano vigore grazie alle disgrazie dovute ad una situazione sociale deprimente, triste, dove lo scontro tra gli ultimi per diventare ancora più ultimi, è il classico sintomo della lotta per la sopravvivenza. Qui non si discute sull'estinzione o meno della razza umana, cosa che sarebbe possibile con una cometa o con l'esplosione sincronizzata di tutte le testate nucleari presenti nel nostro piccolo mondo.

Qui si discute sulle opportunità, su certe situazioni che vengono sopravvalutate, esasperate, con il rischio di ingrandirle e legittimarle e favorirne l'inconsapevole o consapevole espansione.



Da quando si è entrati nei preliminari della campagna elettorale, estate 2017, si è iniziato a preparare il campo sul rischio fascismo in Italia, andando a cercare situazioni certamente imbarazzanti, ma che più che rischio di fascismo erano sintomo di pagliacciate, coreografie, certamente condannabili ma non è un bar con una bottiglia con la stampa di Mussolini o qualche cartello con qualche slogan fascista a determinare il rischio del ritorno del fascismo. Si semina il terreno nello stesso modo in cui ciò è avvenuto in America contro Trump, ricorrendo all'espediente nazista, fascista, per cercare di fermarlo. Ma fallendo in modo clamoroso e nello stesso tempo si è conseguito l'effetto contrario.
Per questo ci sono già monumenti, piazze, vie, statue intitolate o dedicate al fascismo. Si è andati però con un certo metodo alla ricerca di situazioni particolari volte a determinare il rischio del fascismo in Italia. Passando dall'approvazione della legge Fiano, inutile dal punto di vista effettivo della repressione del fascismo ma utile per la propaganda politica e sicuramente importante dal punto di vista simbolico e per recuperare rapporti politici compromessi dopo il referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale, alla necessità di recuperare rapporti con quella società che si ritrova nei valori dell'antifascismo tradizionale i cui voti saranno determinanti per non far vincere il M5S e la destra tradizionale. 
E per fare ciò si è dovuto creare l'effetto paura ritorno fascismo in Italia. Dalla pagliacciata della marcia su Roma di Forza Nuova ai casapoundisti che se messi insieme in tutta Italia non arrivano neanche a riempire una curva di uno stadio. 
Con questo non voglio mica dire che il rischio fascismo non ci sia, anzi. Esiste ed ha radici profonde, e si applica soprattutto nei luoghi di lavoro, dove i media non dicono una sola parola per non disturbare il capitale, esiste e trova affermazione sul piano storico con la memoria condivisa che ha visto convergenze tra destra e fantomatica sinistra governativa, esiste lì dove i media più rilevanti non potranno mai puntare i fari per questioni di opportunismo se non di complicità.

In Italia si sta strumentalizzando, manipolando volutamente la questione fascismo unicamente per ragioni elettorali e politiche, similmente a come accade ad Ostia per la questione "mafia capitale". Se a Napoli la camorra ammazza madre e figlio non è una notizia che merita il titolone, ma se si sparano colpi di pistola contro una porta o si afferma una testata violenta invece il tutto diventa lo strumento perfetto per gridare l'allarme mafia quando il vero obiettivo è colpire una forza politica avversaria. Son certo che finita la campagna elettorale tutto ritornerà nella sua normale dimensione, corpuscoli e manipoli fascisti continueranno ad esistere, ad essere ignorati dai media o legittimati come accaduto sino ad oggi anche da chi ora vorrebbe elevarsi a tutore della morale antifascista.

Il contrasto ai fascismi ed alle mafie, che trovano molti punti in comune, sono una cosa seria, non una roba da spendere e spandere per ragioni elettorali, perchè così facendo si mina il cuore stesso dell'antifascismo e l'essenza stessa della lotta vera alle mafie.

Marco Barone

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