Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Giallo a Trieste il 2017 si chiude sotto il segno della criminalità, tra omicidi, mafie e accoltellamenti



Sarà, la bella Trieste, pure nelle posizioni che contano, per la qualità della vita, per alcune classifiche, perchè non tutte le classifiche sono uguali e non tutte le classifiche rispondono agli stessi interessi, ma sicuramente questo 2017 si è concluso sotto il segno dell'allarme se non rosso sicuramente giallo.

Giallo a Trieste.
Una città che si presta ad ambientazioni da film, una scenografia teatrale e cinematografica perfetta, tra quella bellezza imperiale rimpianta ancora oggi da tanti, forse troppi, a quel fascino senza tempo che caratterizza una delle sue aree più suggestive, meno conosciute ma che attirerà gli occhi del gran capitale, porto Vecchio, guardando a quello che è stato Marsiglia, modernità che violenta il suo passato, o ad altre soluzioni all'italiana tutte da decifrare, comprendere, studiare, criticare, amare oppure odiare.

Una città che vorrebbe andare oltre il suo essere solo da scenografia teatrale o cinematografica, vorrebbe respirare, essere non più oggetto ma soggetto, soggetto attivo, che decide del proprio destino, non più in balia della bora, delle acque tempestose che sommergono il molo Audace, simbolo della Trieste contesa costruita sulle fondamenta di una San Carlo divenuta una sola cosa con la profondità dell'animo triestino.

Trieste ha ispirato libri, gialli, romanzi, film, poesie, musica, arte, ma ultimamente si è macchiata di episodi violenti. Trieste violenta potrebbe essere il titolo. Dall'omicidio nella sua prima periferia carsica, lì dove si scorge la meraviglia di tutta la bellezza del golfo triestino e si intravede l'Istria, quell'Istria persa a causa del fascismo e che non ritornerà più, nonostante fari e templi illusori, dagli accoltellamenti in città, all'incubo mafia che tormenta questa bellezza che a furia di specchiarsi ha evitato di affrontare di petto il problema cercando sempre di parlare di tentativi, di infiltrazioni evitate, ma non vuole riconoscere l'esistenza del male assoluto che ha demonizzato l'Italia, perchè le mafie, come la camorra, la 'ndrangheta a Trieste ci sono bellezza, e ci devi fare i conti e non son mica arrivate ieri, solo che si è fatto finta di niente a livello di approccio politico e culturale per diversi anni, anni di silenzio,  eppure le denunce vi erano, i segnali c'erano, la DIA nelle sue relazioni è da anni che dice di stare attenti alla zona di Trieste e Monfalcone, mica da oggi.  

Marco Barone

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