La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Scuola: l'unico modo per essere tutti uguali e non al ribasso è sabotare dall'interno la #cattivascuola

Nel sito Quando suona la campanella è stato pubblicato l'intervento di Alessandro Palmi, dal titolo inequivocabile La scuola zoo ai tempi della 107. Evidenzio questo passaggio: "Personalmente parto da poche certezze, ma di sicuro so che non sono interessato a trovare una interpretazione autentica a priori della Legge 107 e, men che meno, mi interessa dare una mano a far funzionare questi cambiamenti. La caotica situazione è il logico frutto della stupidità e del pressapochismo di una legge che pretende di cambiare la nostra già agonizzante scuola mescolando banali elementi di pseudo-novità con elementi gerarchizzanti che nulla hanno a che vedere con una buona didattica né con il reale funzionamento di una scuola che sia davvero “buona”. Noi, che ci opponiamo a tale deriva, dovremmo essere capaci in questo momento di mettere in campo la capacità di analizzare la realtà che si va prefigurando, comprendendo quali conseguenze i suddetti cambiamenti potranno avere sulla vita scolastica, soprattutto in relazione alla nostra idea di scuola. Un'idea di scuola che non deve lasciare spazio a logiche di gerarchizzazione e a difese neo-corporative di presunti diritti acquisiti. Dobbiamo assolutamente impedire che si crei nei prossimi anni una fascia di docenti precaria che, insieme alla chiamata diretta, diventerebbe l’elemento cardine volto a smantellare una visione di scuola cooperativa e collegiale, tesa a sviluppare cittadinanza critica."

A parer mio non è possibile tentare un ragionamento di uguaglianza in un contesto normativo che fa della diseguaglianza tra i docenti la sua architettura base. Non si può scardinare la diseguaglianza strutturale facendo diventare anche i "vecchi docenti" quelli che non sono nell'ambito territoriale di serie b. Non è che si diventa tutti uguali, con maggior diritti o gli stessi diritti di un tempo, diventando tutti di serie b, con la conseguenza che tutti avranno diritti minori, ma dobbiamo fare in modo che chi è di serie b diventi di serie a e chi è di serie a operi perchè tutti siano di serie a, nella consapevolezza che anche chi è di serie a, cioè chi non è nell'ambito territoriale, può diventare di serie b, perchè lo scopo di questa legge è far diventare tutti di serie b a lungo termine nella melma dell'organico dell'autonomia come interpretato in modo assurdo dal MIUR. 
Scandalizzati perchè parlo di docenti di serie a e b? Tale classificazione esiste e vi è poco da fare, è voluta dalla "buona scuola" oramai e giustamente nota come "cattiva scuola". 
Insomma, non è tanto una questione giuridica, ma di giustizia sostanziale. Lottare, scioperare, sabotare dall'interno i meccanismi di questa schifezza di Legge è l'unica soluzione possibile. La #scuola di una volta non esiste più. Ma una scuola diversa è ancora possibile, se non la si contrasta ora questa Legge, alle sue prime battute, non la si fermerà mai più. Gli organi collegiali devono farsi sentire, si devono rompere i meccanismi di silenzio e complicità e paura. Uniti si diviene una forza, il pensare di tutelare il proprio orticello, mentre all'esterno cresce una foresta che divorerà presto il tuo orticello, è una grande illusione di falsa protezione. Insomma, recuperare lo spirito del maggio del 2015, ora o mai più è l'unica risposta plausibile.

Marco Barone

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