Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Per la trentaduesima volta l'ANPI di Ronchi e ANPI prov. Gorizia nei luoghi della resistenza in Slovenia (foto)



Voglio partire dalla fine. Da quando Mario Candotto ed uno dei quattro partigiani della zona di Žužemberk si sono incontrati, ed insieme, in memoria dei partigiani italiani e sloveni lì ricordati, hanno cantato "Avanti popolo alla riscossa". Uno dei quattro partigiani, che aveva il compito di tutelare, come servizio di protezione, il IX Corpus, di cui ha fatto parte. Uno dei pochi partigiani che mantiene viva la memoria, che continua a combattere il neofascismo, che in Slovenia è ancora vivo, tanto che in questo fine settembre proprio nei pressi di questa località si svolge un raduno internazionale di neonazisti. Žužemberk dove sorge un monumento alto poco più 24 metri edificato nel 1961. 59 Sono i caduti italiani di cui 32 indicati nelle lapidi 27 verranno aggiunti prossimamente e 1144 i nomi dei partigiani caduti riportati nelle lapidi, su oltre 2000 caduti partigiani nella zona circostante. Una cosa incredibile. L’A.N.P.I. Provinciale di Gorizia, in collaborazione con l'ANPI di Ronchi ha organizzato un viaggio socio culturale per i giorni 24 e 25 settembre 2016 in ricordo dei giovani partigiani dell'Isontino e non solo caduti nelle terre slovene. La prima tappa  è stata la città di Lubiana dove si è ricordato l'assedio della città come posto in essere dai fascisti, agli effetti delle oltre 200 pagine che illustravano la maledetta Circolare 3 C di Roatta che ha comportato rappresaglie, incendi di case e villaggi, esecuzioni sommarie, raccolta e uccisione di ostaggi, internamenti contro gli sloveni, gli antifascisti, i comunisti in particolar modo. Poi si è andati nella zona di Korinj in ricordo dei 33 partigiani italiani ed ovviamente di tutti quelli sloveni caduti contro il nazifascismo con la presenza delle guardie d'onore della Repubblica slovena innanzi al monumento progettato da un architetto di Monfalcone, realizzato nel 1984, e che viene curato dalle locali comunità con grande amore e rispetto, così come accade per tutti i numerosissimi monumenti per la resistenza che ricordano i partigiani italiani ed ovviamente sloveni caduti nella guerra di liberazione contro il nazifascismo.  
Poi Suhor dove è nata la Brigata Fontanot, V. Korinj,  Dvor  Birčna vas, Metlika, gemellata con Ronchi, proprio per le lotte partigiane, ove vi sono monumenti imponenti dedicati all'esercito popolare di liberazione della Jugoslavia e non solo. E per la prima volta ci si è recati anche presso il cimitero di Podgrad, dove esiste un monumento dedicato a 14 partigiani "ignoti" e lì sepolti, appartenenti alla Brigata Fontanot. Come sempre importante è stata l'accoglienza della comunità locale, la presenza delle scuole, lo scambio di doni, la condivisione di ricordi ed anche preoccupazioni.  
E' stato ricordato, dal Presidente dell'ANPI della provincia di Gorizia, Ennio Pironi, che i valori della resistenza oggi sono stati traditi dall'Europa, dove ritornano nazionalismi, muri, reticolati, confini e dove le destre ed i neofascismi avanzano con facilità. Senza memoria non vi è futuro, ma la memoria va applicata. E questo viaggio, che rappresenta il vero senso della resistenza, l'unione tra sloveni ed italiani, fa capire ancora di più quanto siano ridicole, infamanti e denigratorie le accuse di chi si scaglia contro i partigiani filo-jugoslavi. Cuoceranno questi soggetti nella loro cattiveria ed isolamento. Insomma, un viaggio per ricaricare le batterie, avere sempre più forza e determinazione per difendere l'onore della nostra resistenza e lottare contro i fascismi di ieri e di oggi e contro ogni becero revisionismo.
 
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