La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Fincantieri di Monfalcone e la questione delle guardie giurate armate all'interno dello stabilimento

Fincantieri, come è noto, è uno dei maggiori gruppi cantieristici e numero uno al mondo per diversificazione e innovazione. Buona parte, se non tutta a dire il vero, l'economia del monfalconese dipende in sostanza dalla Fincantieri. In questi giorni si è discusso della questione delle guardie giurate particolari armate e della loro presenza all'interno dello stabilimento. Facendo una ricerca su internet già in passato emersero delle problematicità su tale questione. Si era nel 2007 ed il DM del 2010 come poi rivisto nel 2015 che ne norma in parte la materia su alcune questioni specifiche doveva ancora essere emanato. Cosa si denunciava nel 2007? Una interrogazione da parte di Olivieri del 2007 al Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Per sapere - premesso che: da qualche mese la Direzione del personale del cantiere «Fincantieri» di Sestri Ponente (Genova) ha adottato modalità di gestione della vigilanza che, a giudizio degli interroganti, sono lesive della dignità e dei diritti dei lavoratori; tali atteggiamenti aziendali hanno provocato giustificate proteste da parte della Rappresentanza Sindacale Unitaria del cantiere; in particolare, secondo informazioni in possesso degli interroganti, lavoratori in uscita dal cantiere, in violazione a quanto disposto dalla legge n. 300 del 1970, sono sottoposti a perquisizione di borse, zainetti eccetera a discrezione del personale di vigilanza, senza quindi che siano attivi i sistemi di selezione automatica previsti; il personale preposto alla vigilanza, composto da guardie giurate dipendenti della stessa Fincantieri o dalla società «La portuale», secondo informazioni in possesso degli interroganti, è presente abitualmente nelle officine ed a bordo delle navi durante lo svolgimento dell'attività lavorativa e, in più occasioni, ha contestato a lavoratori dipendenti Fincantieri o delle ditte d'appalto comportamenti e fatti non inerenti la tutela del patrimonio aziendale; secondo informazioni in possesso degli interroganti, inoltre, si sarebbero verificati casi di lavoratori dipendenti di ditte d'appalto che sarebbero stati privati del permesso di entrare in cantiere per il solo fatto di aver protestato nei confronti degli abusi segnalati. Tale circostanza appare particolarmente grave ove si consideri che il ritiro del permesso di entrare in cantiere può significare la perdita del posto di lavoro per chi operasse alle dipendenze di ditte che non hanno altri appalti oltre a quelli in essere nel cantiere di Sestri Ponente. Occorre poi considerare le conseguenze nel caso in cui il permesso di entrata fosse ritirato ad uno dei tanti lavoratori extracomunitari che operano alle dipendenze delle ditte d'appalto -: se il Governo intenda intervenire su Fincantieri, gruppo industriale pubblico, per far sì che nello stabilimento di Sestri Ponente cessino i soprusi e venga ripristinata la legalità democratica". 
Chiaramente con ciò non si vuole rilevare che a Monfalcone debba accadere la medesima cosa. Ma delle preoccupazioni sussistono, sicuramente dal punto di vista etico e generale. Emerge uno stato securitario nei luoghi di lavoro con la scusante della protezione e tutela del patrimonio aziendale? 
Lo Statuto dei Lavoratori è chiaro su tale materia. Il datore di lavoro può impiegare le guardie particolari giurate, di cui agli articoli 133 e seguenti del testo unico approvato con regio decreto 18 giugno 1931, numero 773 , soltanto per scopi di tutela del patrimonio aziendale. Le guardie giurate non possono contestare ai lavoratori azioni o fatti diversi da quelli che attengono alla tutela del patrimonio aziendale. È fatto divieto al datore di lavoro di adibire alla vigilanza sull'attività lavorativa le guardie di cui al primo comma, le quali non possono accedere nei locali dove si svolge tale attività, durante lo svolgimento della stessa, se non eccezionalmente per specifiche e motivate esigenze attinenti ai compiti di cui al primo comma. In caso di inosservanza da parte di una guardia particolare giurata delle disposizioni di cui al presente articolo, l'Ispettorato del lavoro ne promuove presso il questore la sospensione dal servizio, salvo il provvedimento di revoca della licenza da parte del prefetto nei casi più gravi.
Dunque, stante anche la giurisprudenza, le guardie addette alla vigilanza negli stabilimenti devono svolgere servizi di portineria, le guardie giurate hanno il compito della tutela del patrimonio aziendale ma non possono, in alcun modo, controllare l’attività dei lavoratori, annotare chi si presenta in ritardo (Cass. pen., n. 7954/1982) o riprendere con le telecamere i partecipanti ad uno sciopero, ecc. Quale reale necessità di ricorrere a Monfalcone a tale simile misura?
Quale eventuale concertazione con i rappresentanti dei lavoratori e con i lavoratori su tale questione che è delicatissima e rischia di fomentare situazioni di alta tensione? Non è questa una battaglia che può essere condotta solo dai sindacati, ma è necessaria una sinergia con la società civile e politica locale.

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