La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

E qualcuno disse che si deve lottare per gli istriani e giuliani come per i palestinesi

In un testo che parla della storia di Gorizia, del 1990, stampato nel 1990, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero degli affari esteri, della Presidenza della Regione FVG, Comune Gorizia, Provincia Gorizia ecc, emergono delle prospettive storiche e delle questioni e delle impostazioni a dir poco assurde ma anche pericolose. Nel rivolgere accuse alla sinistra " chic e salottiera" che "spasimano per i palestinesi" si tenta una equiparazione assurda tra la questione "istriana" e "giuliana" e quella palestinese. Si dice che il problema palestinese non può essere cancellato altrimenti il mondo va in fiamme. "I palestinesi erano circa un milione e non erano mai vissuti in un paese che fosse il loro, cioè che politicamente fosse indipendente e nel quale comandassero loro. Nel giro di due o tre generazioni avrebbero potuto essere assorbiti dai paesi arabi confinanti. Per loro invece la questione è irrisolta, la loro terra la debbano avere o riavere. Se allora siamo così ansiosi per questo problema, dovremmo esserlo anche per la gente di qui, per gli istriani, e per i giuliani e dire che debbono riavere la loro terra. Si dirà: allora volete la guerra e siccome non vogliamo la guerra rassegnamoci a questa situazione. E allora perchè dobbiamo volerla per i palestinesi se non la vogliamo per i giuliani? Una provocazione, si dirà.  Una provocazione pericolosa, certamente, e per fortuna rimasta inascoltata. Non si può paragonare quanto accade in Palestina con quanto accaduto con le questioni del Confine orientale. Sono due vicende sconnesse, separate, distinte, non equiparabili. E poi, l'Italia, ha amministrato i territori ancora oggi contesi da qualche sprovveduto nostalgico, per un brevissimo arco temporale che non arriva neanche all'età di Cristo. Una miseria temporale. Certo, qualcuno ha cercato di rivendicare l'italianità di certi luoghi risalendo ai tempi di Dante, strumentalizzandolo, altri, ai tempi dell'Impero Romano. Beh, ci manca solo il periodo dell'uomo primitivo. Terre "italiane" per un breve arco temporale, che dell'Italia hanno conosciuto soprattutto il fascismo, la nazionalizzazione forzata e oggi giustamente la sovranità è esercitata da chi deve essere esercitata, e non certamente dall'Italia, uscita sconfitta dal cataclisma della seconda guerra mondiale e che se ha salvato la sua faccia e dignità è solo grazie al ruolo della resistenza e dei partigiani a cui si deve solamente dire grazie. E' solo per colpa del fascismo e delle sue politiche reazionarie, razziste, ignobili, se l'Italia ha perso quello che ha perso, e se Gorizia, ad esempio, si è ridotta ad un minuscolo fazzoletto di terra rispetto alla sua storica consistenza ed estensione. E ne paga ancora oggi le conseguenze irrimediabili. Una Gorizia che ha accolto con applauso i nazisti, una Gorizia che ha conosciuto il settembre nero del '47 con violenze di ogni tipo per tre giorni contro comunisti, antifascisti e sloveni, ma una Gorizia che ha conosciuto la resistenza, con l'unicum della battaglia di e per Gorizia, e vicende difficili e controverse, effetti collaterali di oltre un ventennio di persecuzioni fasciste. Il prossimo contesto che cercheranno per tentare una inverosimile equiparazione sarà quando magari sbarcheranno, come vorrebbe qualche credulone, sulla terra gli alieni? Chissà, tutto è possibile nel mondo bizzarro del revisionismo storico.

Marco Barone

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