A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

#Gorizia2016 e l'esagerazione dell'imbandieramento della città





Giovanni Pascoli, nel suo discorso nazionalistico dal titolo " La grande proletaria si è mossa" così scriveva : "nel sacro cinquantennario voi avete provato, ciò che era voto de' nostri grandi che non speravano si avesse da avverare in così breve tempo, voi avete provato che sono fatti anche gl'italiani",ebbene, si sbagliava. L'Italia è un Paese giovane, fatta l'Italia senza aver fatto gli italiani. Forse l'unico momento di vera unità ed unificazione del Paese lo si è vissuto grazie alla resistenza e con il 25 aprile. Così come non amato è il tricolore, per diverse ragioni. Storiche, perché l'Italia nel nome della sua bandiera ovunque si è recata si è imposta ed imposta male e con violenza, basta pensare alle repressione contro i contadini del Sud Italia, alla prima guerra mondiale, che avrebbe ben potuto non combattere rimanendo neutrale e risparmiandoci distruzione e migliaia di migliaia di morti e feriti, basta pensare a quello che è stato fatto durante l'italianizzazione forzata, ai crimini compiuti nelle terre occupate. Ma anche per ragioni interne, l'Italia è il Paese dei Comuni, quelli che si vogliono sopprimere nel nome del grande, ove ogni cosa sembra essere possibile, quando nella realtà non è così, anzi. L'Italia è il Paese dove è più facile sentirsi calabrese,triestino, bisiaco, goriziano che genericamente italiano, europeo neanche a dirlo. Ora, per la ricorrenza della presa di Gorizia, nel centenario della grande carneficina umana, sono previste alcune iniziative la più importante è sicuramente l'adunata triveneta degli alpini (Triveneto e sezioni estere) e la 9a adunata nazionale della Brigata Julia. Sarà una manifestazione imponente, almeno nelle intenzioni. Ed uno dei controviali dei Giardini pubblici di corso Verdi, a Gorizia, verrà dedicato alla memoria del maggiore degli Alpini Ufficiale del 9° Reggimento Alpini, Battaglione L’ Aquila Gennaro Sallustio considerato come eroe, che partecipò anche alla campagna punitiva contro la Grecia, nonché a quella disastrosa in Russia. Il Comune  contribuirà  in modo rilevante e comunque i costi che sosterrà, si prevede, che verranno compensati dalle “decine di migliaia di visitatori con evidenti ricadute positive in termini turistici ed economici per la città di Gorizia". Vedremo. Per la riuscita di questa iniziativa, e dovevano venire gli Alpini a quanto pare per riportare un minimo di vitalità a Gorizia,verrà eccezionalmente sospesa la cosiddetta “Ordinanza anti schiamazzi”, e si concede anche un contributo di 23.000,00 € più altre spese per la riuscita di questa manifestazione. Ma la cosa che ha colpito di più è l'eccessivo imbandieramento di Gorizia, non solo le strade principali, o buona parte degli esercizi commerciali, ma anche ponti, parcheggi, strade secondarie. Una esagerazione di tricolori che lascia a dir poco perplessi.  
MarcoBarone 

p.s
questa una risposta pervenuta sulle pagine del Piccolo del 18 giugno e seguenti:



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