C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Elezioni Comunali 2016: uno schiaffo al renzismo. Napoli laboratorio della Sinistra




Vi è poco da fare. E' stato il premier, confondendo la sua figura con quella di segretario del PD, ad aver personalizzato questa tornata elettorale. E ne ha pagato le conseguenze. Vi è una grande "intolleranza" nei confronti di questo PD, divenuto oramai partito di destra. E giustamente uno si domanda piuttosto che votare un clone della destra, voto l'autenticità. Ed infatti, la destra è cresciuta ovunque, con un PD che ha preso uno schiaffo enorme, ovunque. E' innegabile che in Italia questo PD è visto non certamente bene, basta pensare allo sciopero epocale del popolo della scuola del 2015, oltre il 70% di adesioni, ed anche questo malessere ha pesato e peserà ancora. D'altronde il popolo della scuola lo aveva detto, ovunque contrasteremo questo PD che ha demolito la scuola pubblica e vi garantisco che sono voti che pesano e che peseranno ancora. Il M5S riproposizione di una sorta di partito dell'uomo qualunque in chiave 2.0 non sfonda, salvo il caso di Roma, che ha origini ben chiare e quello di Torino, forse unica ed isolata vera sorpresa. In FVG il M5S non va. Interessante è il caso di Napoli. Lì dove la sinistra, si presenta come sinistra, ha una progettualità di sinistra e governa da sinistra, spazza via questo PD, e M5S e così è stato con Luigi de Magistris ed il suo nuovo movimento demA, Democrazia e Autonomia. Napoli è un laboratorio importante per la sinistra, che andrà valutato anche in FVG dove il renzismo è stato non tanto sconfitto, ma certamente schiaffeggiato con consistenza. Il prossimo schiaffo politico arriverà probabilmente il 19 giugno, anche quando si voterà per il referendum per la fusione di Ronchi, Staranzano con Monfalcone. Una fusione diventata politica, sostenuta dal braccio destro di Renzi, la governatrice del FVG che in modo assolutamente parziale e politicamente scorretto è scesa in campo per sostenere tale processo. Ma questa presunzione rischia di essere pagata caramente, con delle sorprese che arriveranno non tanto forse da Ronchi ma anche da Monfalcone, che pare essere l'unica interessata a guadagnarci da questa fusione. Certo, l'astensionismo è ancora una volta il primo partito, e quando questo si afferma per le amministrative è un segnale grave, di sfiducia verso il sistema che continua a traballare, astensionismo che condizionerà anche il voto del 19 giugno, sia il ballottaggio che il referendum della fusione diventato soprattutto una lotta interna al PD, e questo i cittadini lo hanno ben compreso. L'unico dato certo è che in Italia vi è voglia di cambiare radicalmente pagina, ad oggi questa pagina pare andare verso la destra tradizionale, con piccole sfumature cinquestelle, rispetto a quella ambigua di questo PD renziano, ma se il modello di Napoli verrà seguito ovunque si potrà raccontare e vivere una storia certamente diversa, con maggiore democrazia e coerenza.

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