Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Brexit: è la naturale conseguenza del fallimento dell'Unione Europea, ognuno pensa a se stesso



Sono in tanti a pensare che Londra farà bene ad andare via dall'Unione Europea. Londra non ha adottato l'euro, Londra è ai margini nelle politiche di questa Unione Europea, Londra potrebbe divenire una potenza ancora più forte, paradossalmente, rompendo con l'Unione Europea. Queste sono le conseguenze del fallimento dell'Unione Europea, del suo capitalismo delle sue politiche estreme liberiste. Dopo il Brexit ci sarà ovunque l'effetto del si salvi chi può e per salvarsi non è che le strade sono poi tante. O si ripensa globalmente l'Unione Europea, a partire dalle sue politiche liberiste, dove il bene comune deve ritornare ad essere bene comune, il bene pubblico, bene pubblico, oppure dopo il Brexit sarà veramente l'amen di un progetto idealmente bello, praticamente diventato una catastrofe. Il problema è che sono stati i nazionalismi, estremi o non estremi, a condurre determinate battaglie, ed i nazionalismi hanno portato razzismi, favorito l'affermazione diffusa, seppur non da sopravvalutare, di neofascismi e neonazismi. E se dopo il Brexit, con la probabile vittoria di chi vuole l'uscita dalla inconcludente Unione Europea, si lascerà ai nazionalismi la gestione della eventuale uscita dei vari Paesi dall'Unione Europea, è facile immaginare il rischio, alto, elevato, di gravi situazioni di tensioni tra i vari Stati. Alla fine dei conti i nazionalismi altro non sono che il peggior effetto collaterale di una Unione Europea che mai ha saputo essere Unione, basta vedere come si è comportata nei confronti della Grecia, letteralmente massacrata. Se Londra uscirà dall'Unione Europea ciò non sarà una tragedia, potrà essere da stimolo per l'Unione Europea di ripensarsi. Ma se ciò non lo saprà fare, se saranno i nazionalismi a dominare il dibattito pubblico e gli indirizzi politici dei vari Paesi, allora ci sarà un grosso problema da affrontare. Fin quando vi è vita, vi è speranza, se crolla l'Unione Europea si potrà sempre costruire qualcosa di nuovo, e quello che viene da pensare, viste le risposte come attuate da parte dei soliti mercati alla possibilità del Brexit, è che sono più i mercati, più i capitalisti ad essere preoccupati dal crollo dell'Unione Europea, dall'uscita di Londra, che i comuni cittadini e questo vorrà pur significare qualcosa in una UE dove alla fine dei conti nessuno si sente realmente europeo o si è mai sentito europeo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot