A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

9.906 volte No alla fusione con Monfalcone




Oggi Ronchi è più bella. Non perché sia cambiato qualcosa a livello di fisicità, a livello materiale i problemi sono sempre gli stessi. Ma per un semplice motivo. 
Un fiume di sorrisi, di persone sorridenti sono quelle che nella mattina del 20 giugno si incontravano per Ronchi. E' stato, d'altronde, un periodo difficile. Oltre un secolo di autonomia ha rischiato di essere spazzato via, nel nome di una fusione, battezzata come MOSTRO, che altro non avrebbe comportato che un salto nel buio, questo è quello che hanno percepito la maggioranza dei cittadini. 9.906 volte no, di cui solo 4.482 a Ronchi, 2.797 a Staranzano e ben 2.627 a Monfalcone, dato per nulla scontato, forse il più significativo dal punto di vista politico tra i tre Comuni, visto che doveva essere Monfalcone ad inglobare Ronchi e Staranzano. Una chiara bocciatura all'attuale governo locale sicuramente. A sostegno di questa fusione sono stati schierati i più significativi strumenti, addirittura la stessa governatrice della Regione ha fatto praticamente campagna per il sì. Ma i movimenti dal basso, il lavoro svolto soprattutto dai vari Comitati per il No sono stati fermi e decisi. Fermi e decisi nel conservare e mantenere la loro autonomia ed indipendenza, fermi e decisi nella tutela del bene Comune. Ed è merito in particolar modo dei comitati per il No se vi è stata una buona affluenza alle urne, visto che questo referendum, a causa di una specie di "notte dei lungi coltelli" ad oltranza all'interno del PD ha rischiato di condizionare negativamente l'affluenza al voto.
Risultato meraviglioso, importante e comunque l'attenzione non deve calare fino a quando non verrà decretato ufficialmente il fallimento di questa fusione, poiché di questa Regione non è che ci si fidi poi molto. Una delle cose più belle vissute come comitato è stato il senso di comunità, il senso di coesione pur nella sua diversità, e questo ha fatto la differenza, una differenza vitale in una società ove il tutto viene deciso all'interno di poche e chiuse stanze.Vi è stato chi è salito sul carro del futuro vincitore quando aveva compreso che il vento sarebbe stato favorevole per il no, ma l'opportunismo non è più di casa. E' cambiato il vento, è cambiata la situazione, ed i tanti volti sorridenti incontrati per le strade di Ronchi confermano questa sensazione, si sta chiudendo un ciclo, per un qualcosa di nuovo, che metterà i propri Comuni, i propri spazi, i propri luoghi, il proprio ambiente vitale al primo posto, contro ogni manipolazione. 9.906 volte no, ovvero 9.906 volte sì per la democrazia reale, per l'autonomia, per la difesa del proprio Comune come bene comune. Si è dimostrato che il piccolo può essere grande quando lo vuole, che il piccolo può essere bello, che il piccolo non è un problema ma una risorsa. Può sembrare retorica, ma retorica non lo è, questa terra chiamata a resistere ha saputo ancora una volta resistere, e ciò, nella società di oggi, ove il pessimismo è dilagante, il qualunquismo dominante, il distacco dalla politica "tradizionale" evidente, grazie al lavoro dei comitati del no, è stato possibile. Questa fusione che avrebbe portato al Comune dal nome più lungo d'Italia Monfalcone Ronchi Staranzano non è stata la canonica occasione persa, ma è stato un pericolo coscientemente e sapientemente evitato. Un pericolo che comunque rischia di riproporsi nei prossimi tempi, per una fusione più grande, che andrà oltre i tre Comuni di Monfalcone, Ronchi e Staranzano, perché questo progetto non è mai tramontato.

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