C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Scuola:bisogna solamente dire grazie a chi sciopera contro l'INVALSI


Più di dieci anni di prove INVALSI più di dieci anni di scioperi. La punta massima degli scioperi contro le prove dell'INVALSI si è verificata nel 2015, in virtù dell'onda contro la "buona scuola". Ogni anno si ripresentano sempre le medesime problematiche, con scuole che cercano di riorganizzare il servizio, si sospende l'ordinaria attività didattica, si lavora per un soggetto terzo gli studenti sono soggetti a stress significativo, ed il tutto per un sistema che è stato fallimentare fin dalla sua concezione, e che a sua volta, al suo interno, vive continue lamentazioni di carenze di fondi, di precariato e così via discorrendo. Dieci anni e più di INVALSI hanno comportato solo una grande situazione di conflitto nelle scuole, di perdita di tempo se non anche di soldi. Si deve dire grazie ai docenti che sciopereranno anche per più di un giorno contro queste prove. Grazie perché con la loro azione si battono per la tutela dei diritti dei lavoratori, visto che si lavora gratis e per un soggetto terzo, per la difesa della libertà professionale e d'insegnamento, visto che queste prove determinano e condizionano fortemente ciò, per la difesa di una scuola critica che non ti addestri alle risposte preconfezionate e come decise dal sistema, per una scuola che sappia lavorare con la giusta lentezza e non con le prove a cronometro,per la scuola dell'inclusione e non dell'esclusione, visto quello che accade a chi verrà escluso da queste prove, per una scuola che rifiuti la logica della competizione, del solo saper fare, per una scuola semplicemente pubblica, che poi altro non è quella della nostra Costituzione. Ecco, a queste persone, ai nostri lavoratori, alle nostre lavoratrici che sciopereranno si deve dire semplicemente grazie.
Pubblicato per Tecnica della Scuola
Marco Barone 

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