Il cimitero di Merna, quando i confini più che dividere, uniscono

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Quello del cimitero di Merna, Miren in sloveno, alle porte di Gorizia, è luogo più unico che raro. Neanche i morti hanno lasciato in santa pace. I confini, d'altronde, non guardano in faccia a nessuno, forse. Nel 1947, in relazione alle vicissitudini del Trattato di Pace del 1947, il cimitero di Merna, venne diviso a metà. Con un filo spinato che suddivideva quel luogo sacro in due parti. Di qui Jugoslavia, di qui, Italia, nel mezzo sottile segnato dal filo spinato, terra di nessuno. Con anche i morti che si ritrovarono loro malgrado in parte in Italia in parte in Jugoslavia. I ricordi, le testimonianze, si perdono nel tempo e si mescolano con la storia del confine orientale. I confini vanno vissuti senza quel connotato ideologico che li ha voluti e legittimati o contrastati. Vanno vissuti con la quotidianità di chi deve attraversarli, di chi non può oltrepassarli, di chi si è visto da un giorno all'altro essere con un piede di qua ed un piede di là, pezzi di casa a metà, terre...

Il manifesto dei comunisti italiani,austriaci e jugoslavi per l'autodecisione e libertà della Slovenia



Era il 1934, il fascismo nel confine orientale era ben rodato, con tutte le sue peculiarità nefaste e le sue violenze soprattutto contro gli sloveni. In tale contesto storico verrà scritto un manifesto dal Partito comunista dell'Austria, della Jugoslavia, e d'Italia nel quale emergerà la posizione da assumere sul problema della Slovenia.  Un manifesto chiaro, univoco nella sua direzione e fermo. 
Fermezza che caratterizzerà il suo contenuto sino alla chiusura quando, senza tanti giri di parole, si scriverà: " La linea politica fissata da questa dichiarazione è obbligatoria per tutti i compagni .Chi non lavora e non lotta per realizzare questa linea politica, chi pone delle riserve  al diritto dell' autodecisione ed all'appoggio che deve essere dato alla lotta nazionale rivoluzionaria  del popolo sloveno non è un comunista, ma un opportunista contro il quale si deve combattere." 
Nel manifesto si legge che i Tre partiti " sono per l'autodecisione del popolo sloveno, senza alcuna riserva, e sino alla separazione degli sloveni dagli Stati imperialistici che oggi li opprimono e che sono la Jugoslavia l'Austria e l'Italia. Lo stesso diritto di autodecisione deve essere concesso agli altri popoli e minoranze che si trovano sul territorio abitato in prevalenza dagli sloveni.I tre partiti hanno deciso di concretizzare e completare la parola d'ordine di autodecisione sino alla separazione colla parola d'ordine della lotta per l'unione del popolo sloveno. I partiti comunisti dei tre Paesi, Italia, Austria e Jugoslavia appoggiano senza riserva alcuna la lotta rivoluzionaria del popolo sloveno per la sua liberazione per l' unità e lotteranno con esso per il raggiungimento di questo scopo. (...) Infine i comunisti dei tre paesi si impegnano a lavorare con tutte le loro forze per preparare ed estendere le lotte quotidiane delle masse contro tutte le forme concrete dell'oppressione nazionale del popolo sloveno da parte della borghesia italiana serba ed austriaca ( contro la chiusura delle scuole slovene, contro la persecuzione della lingua e della letteratura slovena, contro le imposte e i sequestri, contro i privilegi economici a danno degli sloveni, contro ogni misura di colonizzazione e di snazionalizzazione, perché gli sloveni facciano il servizio militare nelle loro regioni ecc)"

Marco Barone 

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