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Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Relazione della DIA: 'ndrangheta e camorra continuano ad essere un problema in FVG

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A fine luglio 2017 è stata stampata la seconda relazione per il 2016 della DIA, Direzione Investigativa Antimafia. Il Friuli Venezia Giulia ora ha una capitolo proprio, rispetto al passato quando invece veniva praticamente sempre unita al Veneto.   Cosa emerge nella relazione per il secondo semestre del 2016? In merito alla 'ndrangheta : Anche in Friuli Venezia Giulia, pur non essendo stata registrata, nel periodo, una strutturata colonizzazione attraverso la costituzione di locali, non sono mancati segnali di presenza di elementi organici alle 'ndrine, con interessi che spaziano dal settore edile, estrattivo e del trasporto in conto terzi, fino all'industria meccanica. Con particolare riferimento al comparto turistico-alberghiero, nell'udinese sono segnalati interessi della cosca reggina Piromalli. Da sottolineare il fatto che alcuni 'ndranghetisti emersi nel tempo in attività investigative erano già stati coinvolti nelle faide tra clan rivali per l...

Ma è tutto solo una semplice paraculata di provocazione

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  La provocazione è la forma di legittima difesa che preferisco disse qualcuno in passato .   Si possono dire le peggiori bestialità, si esprime liberamente il proprio pensiero, si manifesta la propria nudità, pensiero e nudità incompatibili con il ruolo che si riveste. Ed allora la cazzata, la balla più grossa e meno grossa che sia alla fine diventa una semplice paraculata di provocazione e tutti amici come prima e più di prima. L'Italia è il luogo dove esiste una vera e propria ossessione per la provocazione, arma difensiva che sistema ogni cosa, scudo perfetto per un Paese alla deriva, ma gli italiani non sono mica rincoglioniti, non ci sarà provocazione che terrà quando i nodi verranno al pettine. D'altronde non è da tutti/e avere la forza di rivendicare la forza del proprio pensiero, della propria idea, bella o meschina che sia, l'opportunismo vien prima di tutto. Marco Barone

Ha ancora un senso mantenere il Tribunale, Prefettura, Questura ecc a Gorizia? Meglio trasferirli in Bisiacaria?

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Ci sono oggi  ragioni organizzative, politiche, economiche, sociali e demografiche che possono continuare a legittimare il mantenimento di importanti articolazioni statali e regionali a Gorizia?  Come è noto Gorizia non è più capoluogo di provincia. Gorizia è una città dove il numero della popolazione diminuisce costantemente, una città estremamente periferica e non più strategica per l'Italia da quando la situazione con la vicina Slovenia è politicamente mutata con l'ingresso nell'Unione Europea.  I maggiori siti produttivi, il porto, l'aeroporto, le maggiori questioni di rilevanza sociale, politica ed economica, con tutti gli annessi e connessi, sussistono non nella destra Isonzo ma nella sinistra Isonzo. La Bisiacaria nel suo complesso è oggi un luogo sicuramente più strategico rispetto al territorio di Gorizia. Continuare a mantenere apparati importanti a Gorizia oggi che senso ha? Avrebbe più senso trasferirli in blocco lì dove le necessità sono certamen...

169 i prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia Giulia dove la cucina è veramente speciale

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Non numeri da record, come la Campania che vanta ben 515 prodotti  agroalimentari tradizionali riconosciuti ufficialmente, ma sicuramente numeri importanti stante anche il fatto che il Friuli Venezia Giulia è una piccola regione. Sono ben 169 i prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti in base all'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali come previsto dall’articolo 12, comma 1, della legge 12 dicembre 2016, n. 238 Allegato I (di cui all’art. 1 comma 1) . Ecco l'elenco: 1 Distillato di pere 2 Most 3 Sciroppo di olivello spinoso 4 Sciroppo di piccoli frutti 5 Sciroppo di sambuco 6 Sciroppo di tarassaco 7 Succo di mela 8 Agnello istriano 9 Argjel 10 Bondiola 11 Brusaula 12 Cappone friulano 13 Cicines 14 Coppa di testa 15 Cotto d'oca 16 Crafus 17 Filon 18 Insaccati affumicati 19 Lardo 20 Lingua cotta di Carnia 21 Linguâl 22 Lujànie 23 Marcundela 24 Musetto 25 Ossocollo e culatello affumicati 26...

Ecco il piano sicurezza di Monfalcone 2018/2020 dal vigile di quartiere al potenziamento videosorveglianza

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Priorità alta. Missione ordine pubblico e sicurezza. Periodo di riferimento 2018/2020. Il Documento Unico di Programmazione di Monfalcone illustra quali saranno gli interventi previsti in materia di sicurezza per contrastare prima di tutto il demone del degrado. Nessun rito, nessun miracolo, ma controllo capillare del territorio e tolleranza zero. Si legge che  gli obiettivi finalizzati al rafforzamento della sicurezza in città muovono dalla convinzione che la percezione di un adeguato grado della stessa all'interno della realtà cittadina sia  imprescindibile per lo sviluppo della comunità ed abbia delle ricadute sociali positive sulla qualità della vita monfalconese. Verranno poste in essere azioni dirette al potenziamento  della sinergia tra le forze dell’ordine, degli altri soggetti competenti e delle altre risorse utili del territorio oltreché attraverso l’utilizzo delle tecnologie disponibili in chiave antidegrado e  controllo specifico del territorio....

Se a New York si chiedono why Italy is banning everything

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Un noto sito internet di New York   occupandosi di quanto ultimamente accaduto in città come Roma, Milano e Firenze non prospetta un bel quadro dell'Italia e l'interrogativo che sorge inevitabilmente in rete è perchè in Italia si vieta praticamente ogni cosa, divieti che colpiscono anche i turisti. Sicuramente vi è un problema di turismo di massa concentrato in certi luoghi, a partire dal problema ben noto di Venezia, ma i divieti che colpiscono direttamente anche certi comportamenti che possono essere attuati dai turisti, sono perfettamente in linea con quella logica del santo decoro che deve sconfiggere il demone del degrado che ha colpito più di ogni altra cosa il disagio sociale. Ed il tutto in un contesto sociale dove incrementa sempre di più la povertà e la richiesta di protezione sociale. L'Italia è un paese bello, ma profondamente corrotto, tanti i luoghi in stato di degrado strutturale e visivo. Però in Italia è più facile prendersela con il demente vandalo ...

Scuola: se lo Stato ha abbandonato il FVG senza dimenticare gli effetti nefasti della “buona scuola”

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Nel FVG emergono diverse problematicità nell’ambito scolastico. Una regione dove peggiora il tasso di scolarità, calano le iscrizioni all'Università ,l a componente straniera nelle scuole della regione è del 12% del totale, contro il 9,2% a livello nazionale, calano gli iscritti alla scuola primaria, l’8% dei giovani tra i 18 e i 24 anni di età e in possesso di licenza media ha abbandonato qualsiasi percorso scolastico e formativo. Il dato nazionale (13,8%) è superiore alla media UE (10,7%). Numeri comunque importanti e significativi. D'altronde è noto che l'Italia è un Paese che a livello d'istruzione si è fermato alla terza media. Ma è una regione che è stata pesantemente colpita nella sua autonomia a partire dal massimo vertice quale l’Ufficio scolastico regionale, come è noto nel 2014 si è deciso che quattro Uffici scolastici regionali italiani, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise ed Umbria, vista la popolazione studentesca ivi presente, non potranno aver...