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Visualizzazione dei post con l'etichetta monumento ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti

Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Come si riscrive la storia... Se i 71 fucilati, prigionieri politici, di Opicina, diventano militari italiani fucilati dai nazisti

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  Nella sezione di Wikipedia dedicata al turismo alla pagina di Trieste, si legge: Dopo la Prima Guerra Mondiale la città attraversò un periodo difficile dal punto di vista economico culminato infine con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione tedesca incominciata nel 1943 che causò terribili eccidi come la fucilazione di militari italiani a Opicina nel 1944. Opicina è stata teatro di diverse fucilazioni, la più grave fu sicuramente quella del 3 aprile del 1944 che portò alla morte 71 prigionieri politici, come atto di vendetta da parte nazista in relazione ad un attentato compiuto in città. I prigionieri politici prelevati furono 72, uno si salvò miracolosamente, fu questa la storia di Stevo. 71 prigionieri politici, di cui ben 16 furono partigiani, 55 appartenevano alla società civile ma erano pressoché vicini alla Resistenza. Tra i fucilati vi furono anche tre ragazzi tra i 12 e 16 anni Fra i 71 e ci fu anche una donna, la ventenne Maria Rosa Ukmar di Maresego...

Se il Sindaco di Trieste parla di "pacificazione" alla cerimonia dei 5 fucilati antifascisti sloveni

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Dopo aver salutato in sloveno, è successo, miracolo, diranno alcuni, il Sindaco di Trieste, alla cerimonia di Opicina, partecipata come non si vedeva da tempo, ha preso la parola condannando con decisione quanto accaduto, con riferimento ai manifesti dei neofascisti del terzo millennio che hanno offeso il luogo del ricordo, dove vengono ricordati i cinque antifascisti sloveni ,  Pinko Tomažič, Ivan Vadnal, Viktor Bobek, Simon Kos e Ivan Ivančič, fucilati presso il poligono di tiro di Opicina  il 15 dicembre 1941. Su sentenza di quel tribunale speciale fascista le cui sentenze non hanno alcun valore giuridico, carta straccia che viene usata dai fascisti per i loro fini politici che non dovrebbero trovare più spazio alcuno, ma che continuano a trovarlo.  Manifesti rimossi dopo poche ore da parte di volenterosi cittadini. Il Sindaco di Trieste ha parlato di pacificazione, ha ricordato dell'iniziativa dei sei sindaci quando si è andati "insieme nei luoghi della me...

Onore e rispetto per l'eroe nazionale sloveno Tomazic e per i patrioti sloveni Bobek, Vadnal, Kos, Ivancic

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La provocazione ignobile di quell'organizzazione neofascista che cerca visibilità con iniziative che non fanno ridere neanche i polli per quanto ridicole, ora si sono scagliate nella Venezia Giulia, dopo un periodo di assenza e vuoto, contro antifascisti sloveni vittime del tribunale speciale fascista le cui sentenze sono carta straccia ma in quel tempo determinarono morte. Con il processo del 1941 si processarono esponenti del TIGR, organizzazione che lottava per abbattere lo stato fascista e rivendicare territori che erano stati deslavizzati da politiche criminali di italianizzazione forzata fascista. 5 giovani ne furono vittime il 15 dicembre 1941, i patrioti sloveni Pinko Tomažič, Ivan Vadnal, Viktor Bobek, Simon Kos e Ivan Ivančič, fucilati presso il poligono di tiro di Opicina. Purtroppo le loro salme vennero trasportate nel cimitero cimitero di Fontane di Villorba, in località Chiesa Vecchia senza che le famiglie sapessero nulla. Ciò chiaramente per ...

Il caso del monumento ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti di Opicina

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Con questo intervento voglio riportare alla memoria un luogo conosciuto da tanti ma dimenticato anche da tanti. Il monumento ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti il 3 aprile del 1944 in Opicina. Quella terra che sovrasta il golfo di Trieste ed è raccolta nelle alture carsiche è ricca di storia, di sofferenze, di resistenza. Eppure noterai che non sempre i monumenti in questo Stato hanno lo stesso peso, hanno lo stesso valore. Dipende spesso da quanto possano essere strumentali a determinate logiche. Pensi alle Foiba di Basovizza dichiarata ufficialmente Monumento Nazionale , curata nei minimi particolari, e pensi al monumento dedicato ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti, che non ha avuto lo stesso tipo di attenzione da parte delle solite istituzioni. Eppure si parla di essere umani morti per quella libertà che oggi diamo come cosa scontata, ma non lo è. Nulla è scontato. Qualche giorno addietro mi trovavo al Knulp di Trieste, locale di riferimento di intellettuali, m...