Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Semplicemente Lisi



Ci sono storie che iniziano dalla fine. Una fine che paradossalmente rappresenta l'inizio. L'inizio di quelle memorie, di quei ricordi che hanno plasmato nel corso degli anni la vita di personaggi più unici che rari, semplicemente straordinari. Come viene osservato dai più che lo hanno conosciuto, si rimane spesso sorpresi dal fatto che Lino Marega, detto Lisi, sia forse più noto oltre i confini friulani che all'interno della nostra regione. Nel corso degli anni ci sono stati tanti studi tante ricerche di altissimo livello in FVG. Che hanno cercato di focalizzare la vita di Marega che non scrisse mai una sola riga sul proprio passato, sulla sua storia. Un'immagine emblematica che può essere del partigiano Lisi è sicuramente quella di immaginarlo al distributore di benzina con una sola pompa come lo ricordano i villessini. Una pompa sola di benzina davanti praticamente alla propria casa. Oggi non esiste più quella pompa. È stata poi apposta una targa, però sulla sua dimora. Decise di fare il benzinaio, un lavoro chiaramente come tanti altri di assoluto rispetto. 
 
Però, come ha evidenziato, per esempio uno dei dirigenti storici del partito comunista italiano nel nostro territorio, Tullio Paiza che si rese fautore dell'incontro tra Luigi Longo e Lino Marega, sarebbe bastato un solo scricchiolio di dita, che lui dicesse un qualcosa, per diventare ad esempio un Senatore della Repubblica italiana. E invece decise di intraprendere un altro tipo di percorso. Ricorda Paiza in particolar modo di quell'incontro un aneddoto. Quando i due, Longo e Marega, si incontrarono parlarono per esempio del loro naso, della forma particolare del loro naso. E non parlarono d'altro. Perché c'era un'intesa così forte tra personalità di quel calibro che alla fine non serviva dire altro. Bastava semplicemente guardarsi negli occhi per intendersi, una stretta di mano una pacca sulle spalle, e via. 


 
Una delle cose che colpisce di più della vita di Lino, nei ricordi di chi lo ha conosciuto di persona, e forse di cui si è parlato anche poco, fu della sua vita con la moglie Antonietta. Che lo seguì in Spagna, come raccontano con gli occhi lucidi alcuni villessini, dove Lino fu un combattente di primissimo livello. Imparò a destreggiarsi con certi armamenti con l'Impero asburgico e quell'esperienza gli fu utile nella lotta contro i franchisti. Lino e la moglie si personificarono l'uno con l'altro. È appunto, come detto, questa è una storia che può nascere dalla fine. La fine della sua vita, della loro vita.  Pochi giorni dopo la morte di Lisi, morì anche la moglie, era il 1984. Non riuscì a reggere l'impatto del dolore della perdita di una persona con cui condivise, gioie e dolori anche scelte difficili nella loro vita tanto personale, quanto politica, scelte che devono comunque rimanere nell'ambito della sfera privata. 
 
Quindi parliamo di storie di uomini di personalità che  forse sono più conosciute oltre confine. Pensiamo a Fontanot, a Parigi, a Giordano Pratolongo, unico deputato della Costituente del FVG, che morì a causa delle conseguenze dell'aggressione squadrista fascista subita a Monfalcone, viene ricordato nell'università di Padova con una targa, quella che si sta cercando ora di collocare anche a Monfalcone nel piazzale della stazione, oltre che intitolare il medesimo piazzale a Pratolongo, tanto che come ANPI è stata depositata una raccolta firme anche all'indirizzo del Comune di Monfalcone. Lino Marega non che non fosse stato valorizzato a dovere a Villesse e in regione, ma va constatato che Spagna è staro riferito che vi sarebbero  anche delle strade a lui dedicate o in Veneto, come a Schio dove non ha lasciato indifferenti il suo percorso da Commissario partigiano è ricordato sicuramente con attenzione, non è uno sconosciuto. Parliamo di persone la cui vita è stata tracciata soprattutto dall'umiltà, fino alla fine. Attraversando il cimitero di Villesse dove Lino e sua moglie Antonietta condividono l'ultimo spazio, osservando le loro foto, in rispettoso silenzio, in quella tomba semplice, come semplice fu la loro vita e dove condividono l'ultima dimensione di questa vita terrena, andandosene via nel 1984, hanno lasciato come eredità alle future generazioni, non retorica, ma azioni resistenti che hanno raccontato la grandezza di persone che hanno fatto la storia del nostro Paese, e questa è stata la storia semplicemente di Lisi, soldato austriaco, partigiano, comunista e Commissario della Brigata Garemi.
mb


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