Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Ronchi ed Aiello, due Comuni che hanno riconosciuto una via al deputato Bugatto



Pagò a caro prezzo il suo sostegno all'Impero Austriaco, fu presidente onorario della sezione gradese della DC, gli venne impedito dai fascisti il ritorno a Gorizia a causa del suo lealismo all'Austria, ma sono solo una manciata i Comuni che hanno dedicato a Giuseppe Bugatto una via. Citiamo Aiello di cui era originario il padre, e Ronchi. Nato a Zara nel 1873, per poi dopo poco tempo la sua famiglia trasferirsi a Gradisca, dove Bugatto crebbe, frequentò il liceo a Gorizia e si iscrisse alla facoltà di legge in Graz. Mitteleuropeo, di cultura cattolica, tanto che negli anni a venire lavorò anche per il Vaticano.  Un personaggio dallo spessore importante, che diede lustro a queste terre sotto l'Impero Austriaco, difendendone le sue peculiarità, deputato nelle file del Partito popolare per il collegio di Monfalcone–Cervignano, e fu anche deputato della Dieta provinciale della contea principesca di Gorizia e Gradisca. Trascorse l'ultima parte della sua vita a Grado dove si spense nel 1948. A Ronchi, è la prima via che si incontra giungendo da Begliano, entrando nella zona industriale della città bisiaca.  Ronchi vede su 118 vie e piazze che si sviluppano lungo complessivi 52,20 chilometri quadrati, uno sbilanciamento per quanto riguarda l’intitolazione  di vie sicuramente verso eventi e fatti, correlati a questioni “nazionali”, alla storia nazionale e mondiale, rispetto a quella più strettamente locale. Però ci sono delle peculiarità tra cui vi rientra quella di Bugatto in una cittadina che ha un legame importante con l'Impero Asbugico, malgrado la denominazione dei legionari imposta dal fascismo. Dopo aver ottenuto il via libera da parte della Deputazione di Storia Patria per il Friuli, la cui origine risale al 15 dicembre del 1918, per il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, nel maggio del 2015, si intitolò una piazzetta a Francesco Giuseppe I d’Asburgo – Lorena. Caso probabilmente unico in Italia.  Altra espressione del riconoscimento del periodo Austriaco è la via, come detto, a Giuseppe Bugatto.  Sono queste due delle rare espressioni riconosciute a livello di odonomastica locale che richiamano il periodo asburgico di Ronchi. Ma l'intitolazione a Bugatto non deve stupire, perchè a Ronchi la DC fu un partito importante, ad esempio nelle elezioni politiche del 1953, le prime a cui parteciparono la popolazione locale, la DC si affermò come primo partito con 2.777 voti alla Camera, verrà sorpassata per la prima volta nella tornata del 1968, dal PCI, con cui duellerà per anni.

mb


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