Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Non sta andando nulla bene e non ne stiamo uscendo migliori

Mentre eri dentro un film horror con tanto di zombie che ti inseguivano c'era chi, nel bene o nel male, ha creato la grande illusione degna del miglior Houdini dell'andrà tutto bene. Migliaia di morti, milioni di contagiati potenziali, una catastrofe economica e sociale che la crisi del 2008 era un niente rispetto a quello che qui si prospetta. Andrà tutto bene e ne usciremo migliori. Inondati di filmati di città silenziose, vuote, con gli spazi conquistati dalla natura, dagli orsi, ai lupi, dagli squali, ai delfini, e chi più ne ha più ne metta, zero inquinamento. L'Italia è stata l'unica nazione al mondo a fermarsi per due mesi, altri Paesi si son fermati per qualche settimana nella peggiore delle ipotesi.  Dei morti non interessa più a nessuno. Si è passati dall'estremo dell'emozione dei camion militari che trasportavano le bare  al quasi chi se ne frega. Un pò similmente con quello che è successo con i concorsi dalla città che non si ferma a dateci l'esercito per fare stare la gente a casa. Ritorna l'inquinamento, gli animali spariscono, oppure si registrano stragi come quella accaduta nell'isontino con 2 milioni di api fatte fuori.  Ci siamo lasciati con la scorta a Liliana Segre e riprendiamo la normalità con il rischio della scorta per Silvia Romano. Aisha. Tanto da far pensare che forse era più sicura nelle mani dei sequestratori che in Italia. Un Paese che ha scatenato tutto l'odio e la frustrazione sociale che in questi due mesi è ribollita in pentola e deve cercare degli obiettivi da colpire. Per sfogarsi. Silvia è stato quello perfetto. Prima di tutto è una ragazza, ed in un paese maschilista come il nostro non è una cosa da poco conto, è una volontaria che operava in Africa, e in un Paese dove il razzismo e il sentimento fascista è dilagante è un guaio serio. Ritorna convertita, all'Islam. E in un Paese dove si va in piazza  nella manifestazioni politiche con i Rosari è la bestemmia perfetta. E soprattutto ritorna viva e si paga un riscatto. Se fosse ritornata con un Rosario in mano forse l'avrebbero fatta santa. Se non fosse ritornata affatto per molti di costoro non sarebbe stato un problema. In Italia l'odio c'è. Non è più carsico. Sta venendo fuori. E il peggio deve ancora venire. I segnali ci sono tutti. No, non sta andando nulla bene, non ne stiamo uscendo migliori.

mb

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