La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado รจ tratto. Parto ora. Domattina prenderรฒ Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non รจ possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerร  la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherร  la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarร  stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo รจ che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchรจ D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperรฒ anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morรฌ la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La restituzione del Narodni dom non รจ un regalo ma un atto doveroso di pacificazione storica



Trieste รจ una cittร  che si vanta, giustamente, del proprio passato glorioso mitteleuropeo, di cui oggi se ne intravede,malgrado tutto, ancora qualche raggio di luce. Una mescolanza di radici latine, germaniche e slave, identitร  plurime di questa nostra cittร  di confine. Poi, perรฒ, c'รจ chi ha cercato con la violenza di determinare il sopravvento della propria identitร  cercando di sradicare quella considerata con arroganza e prepotenza "inferiore" o "nemica", cosรฌ annichilendo l'identitร  stessa della cittร  di Trieste e della nostra regione.
L'emblema di questo scontro, di questa arroganza, di questa prepotenza รจ stato certamente il Narodni dom in una cittร  che conoscerร  nel '900 plurime violenze nazionaliste. Non era solo un centro culturale ed economico sloveno, era l'affermazione di una delle identitร  storiche di Trieste che andava a completare con ciรฒ che rappresentava quell'edificio progettato da Fabiani, il puzzle dell'essere mitteleuropeo di questa localitร  a volte contesa anche da Dio. Un contenitore potente, immenso di vitalitร , c'era il famoso Hotel Balkan con 62 stanze, uno dei piรน moderni d'Europa per l'epoca, c'erano palestre, due ristoranti, un caffรจ, una tipografia, una sala di lettura, un teatro con oltre 400 posti a sedere, trovavano ospitalitร  societร  di vario tipo, da musicali a teatrali, da sportive a societร  di mutuo soccorso. Era un qualcosa di unicum, irripetibile. Venne assaltato dai nazionalisti italiani, capeggiati dal dannunziano Giunta. Il 21 luglio del 1920 alla Camera del Regno d'Italia il deputato Barberis fu il primo a portare nelle aule di Roma la prima testimonianza di quanto accadde a Trieste il 13 luglio del 1920 evidenziando che si trattava di opera "dei nazionalisti teppisti". L'Italia รจ un Paese che non ha mai fatto i conti con la propria storia, non ha mai avuto una sua Norimberga e sappiamo bene il perchรจ. Restituire il Narodni dom agli sloveni non รจ un regalo, ma รจ un atto doveroso, a prescindere da quello che possano prevedere leggi che attendono da tempo la loro attuazione. E' un atto di pacificazione storica che deve accomunare tutti. E' un simbolo quello che non rappresenta solo le violenze nazionaliste subite dagli sloveni, ma segna l'inizio del fascismo del confine orientale che ha comportato conseguenze e tragedie che si son prolungate fino alla fine della seconda guerra mondiale. Con l'atto della restituzione si realizza la pacificazione storica con la quale, questa volta per davvero, "se pol" ricominciare un nuovo percorso, una nuova vita e mettere una pietra tombale su un passato che รจ la maledizione di questa cittร .

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot