Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

La commessa del secolo con l'Egitto dovrebbe essere la verità per Giulio Regeni. Non armi per la dittatura

Repubblica la chiama la "commessa del secolo". Quella che è in ballo con l'Egitto. Si parla di miliardi di euro di vendita di armi, lo sappiamo tutti. C'è un pò di suspense, cercano di mantenere il silenzio, di non montare troppo rumore, per non disturbare i manovratori. Si racconta che il governo sia diviso, quel governo che esprime un ministro degli esteri che appartiene allo stesso partito del Presidente della Camera. Con la piccola differenza che si comportano in modo sostanzialmente diverso. Il primo, sorride all'Egitto, il secondo, lo prende a schiaffi. Aerei, elicotteri, fregate. E in tutto ciò arriva l'allarme degli allarmi. Quello che dovrebbe far incazzare l'Italia calpestata nella propria dignità di essere Paese civile. E a questo punto qualche domanda dobbiamo pur farcela sul nostro senso di civiltà. Nell'intervista al TG3 della RAI si denuncia il rischio archiviazione sull'omicidio di stato di Giulio. "Archiviazione sarebbe una cosa terribile. Significherebbe che non viviamo più in un Paese democratico. Il richiamo dell'ambasciatore sarebbe un segnale forte per fare capire all'Egitto che siamo veramente stanchi dei depistaggi". Le parole della famiglia di Giulio dicono tutto. Non c'è altro da aggiungere.
E' una questione di prospettiva, di vedute, di sensibilità, di interessi, di priorità. La vera commessa del secolo si dovrebbe chiamare verità e giustizia per Giulio. Ma qui c'è chi preferisce armare la dittatura egiziana. E' evidente. Così come è evidente che le due cose non possono andare di pari passo, non possono camminare insieme. Bisogna scegliere. Scegliere se stare dalla parte della dittatura, armandola, o stare dalla parte della verità e giustizia, della libertà, della democrazia, dunque dalla parte della verità per Giulio.  Questo almeno è quanto pensiamo in tanti.

mb

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