Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

Immagine
Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Coronavirus,giù le mani dai diritti dei lavoratori. Io resto a casa, ma i lavoratori sono senza tutele

Uno degli aspetti più sconcertanti che stanno emergendo nell'emergenza del coronavirus, virus che sembra essere sempre di più made in Italy, è la considerazione che c'è nei confronti dei lavoratori. Mentre parte lo slogan governativo io resto a casa, che ha preso il posto di quello irresponsabile, la città non si ferma, e ad oggi nessuno si è dimesso, i lavoratori, sono esposti a rischio di contagio. Si sta assistendo a situazioni surreali. Metti avvisi dove dici che devi mantenere distanze di sicurezza, ma ai lavoratori non fornisci neanche una mascherina o i guanti di protezione. Niente. Si dice che si devono evitare situazioni di contatto, di assembramento, ma si consentono situazioni di assembramento nelle fabbriche. Intanto, ci sono una marea di lavoratori che hanno perso il lavoro, altri che rimarranno senza stipendio, perchè atipici, ultra precari,senza dimenticare ovviamente anche i datori di lavoro in difficoltà, soprattutto quelli delle piccole attività. Arrivano le misure di quarantena, ma ritardano le misure a tutela dei lavoratori. Per non parlare poi di quello che sta succedendo con il lavoro da casa. Non è che perchè lavori da casa tutto è più figo. I carichi di lavoro sono importanti. E spesso fuori ogni norma contrattuale. Basta vedere anche quello che sta succedendo nella scuola con la didattica a distanza dove si deve spesso fare i conti con la fantasia di alcuni dirigenti che impongono attività non dovute. Ci sono dirigenti responsabili, e ci sono quelli che sognano i pieni poteri. Insomma, quello che sta venendo fuori è che, in un contesto dove fino al 31 marzo era stato sospeso il diritto di sciopero ancor prima che la zona rossa fosse estesa in tutta Italia, chi sta pagando un caro prezzo sono i lavoratori, le lavoratrici. Che si stanno caricando sulle proprie spalle il peso di non far crollare l'Italia. Ma il limite è stato raggiunto. Nelle fabbriche, nei posti di lavoro si stanno iniziando a manifestare azioni di disobbedienza, di lotta, di protesta. Passano sotto silenzio. O in terzo piano. Meglio non dare troppo spazio al momento. Non si sa mai quello che può accadere.Solidarietà nazionale, cornuti e mazziati.  Il senso di responsabilità della classe lavoratrice in questo momento è comunque notevole, sono loro i veri eroi di questo Paese, in un Paese dove la strage sul lavoro che miete migliaia di vittime viene vissuta come una cosa che non conta un cazzo. La media è di tre morti al giorno, in Italia. In tutto ciò il sistema ne sta approfittando e questa è una vergogna colossale. Addirittura arrivano scellerate proposte, appelli e quant'altro di far consumare ai lavoratori in questo periodo le ferie e di recuperare in estate! Certo, le ferie sono a disposizione del datore di lavoro,  e prima della cassa integrazione di norma vengono "bruciate". Ma visto che l'emergenza non è aziendale, ma nazionale, servono misure straordinarie nazionali. Le ferie servono a garantire il recupero del riposo psicofisico dei lavoratori. Se ti mettono in quarantena, che ferie sono? Non sono ferie. E' quarantena. Ma questo al sistema importa niente. Ti devi adeguare e basta.Vogliono negarti il diritto al relax, mentre magari coloro che parlano a vanvera dei diritti dei lavoratori e che hanno favorito questa situazione poi si vanno a fare poi le loro bellissime e intoccabili ferie sulle barche di lusso e ville con vista mare.Il coronavirus sta mostrando diverse problematicità dell'Italia su diversi fronti. Mostra come è stata distrutta la sanità, che si regge sulle spalle dei lavoratori, come è stata affossata la scuola, che si regge sulle spalle dei lavoratori, come le carceri siano in una condizione pietosa, e come non si perda l'occasione di prendere a schiaffi, ignorando le più basilari misure di sicurezza, e di rispetto per i lavoratori. A cui va detto solo grazie, perchè se il Paese regge è solo per loro merito e non per le irresponsabilità di chi con una schizofrenia degna di uno studio di Basaglia è passato dall'apriamo tutto, al chiudiamo tutto nel giro di un cazzo di niente.

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot