Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

La verità per Giulio è ferma, ma il turismo italiano per l'Egitto decolla

La notizia di quest'anno è che il turismo per l'Egitto ha ripreso a funzionare. Ed i primi ad accorgersene sono stati i vari Paesi, come la Croazia ma anche l'Italia stessa che ha visto diminuire su alcuni fronti interni il turismo che in questi anni era cresciuto proprio perchè era anche diminuito quello verso l'Egitto a causa dei problemi del terrorismo e di sicurezza vigenti in quel Paese. No, nessuna questione di diritti umani o di dittatura. Questo ai turisti non interessa. E neanche ai governi dei vari Paesi. In questo anno si è assistito ad un proliferare di iniziative verso l'Egitto enorme, dai media, a catene di supermercati, a sponsor vari, e chi più ne ha più ne metta. Germania, Russia, Regno Unito, Arabia Saudita e Italia sono i principali Paesi che segnano delle entrate importanti per l'Egitto a livello turistico. E ricordiamo che circa il 20% dell'economia egiziana dipende dal turismo. I rapporti commerciali, sono essenziali tra questi Paesi, e la diplomazia è il primo canale che può rendere possibile ciò.
Peccato che mentre il turismo decolla verso un Paese che è retto da una delle dittature più temibili di questo secolo, tutto il resto è fermo. A partire dalla verità per Giulio. Come se si stesse parlando di una cosa da niente. C'è chi pensa che si possano cambiare le cose in Egitto, come se si stesse parlando di una realtà qualsiasi. Quando spesso si rischia di cadere nella trappola di un Paese che ha tutto l'interesse di essere legittimato e di passare da carnefice a vittima. Una Paese che vorrebbe dare lezioni sui diritti umani, quando questi vengono lì violati sistematicamente. E fino a quando non ci sarà verità e giustizia per Giulio non ci potrà essere alcun tipo di rapporto con l'Egitto. Continuare a mantenere rapporti con quel Paese fino a quando sarà retto da questa dittatura significa legittimarla e fare il suo sporco gioco. Quando cadrà questa dittatura forse si potrà iniziare a raccontare un Egitto diverso, ma fino a quel momento, la situazione difficilmente potrà mutare. E poi, perchè mai dovrebbe farlo? Visto che nessuna democrazia occidentale ha osato dichiarare quel Paese insicuro e richiamare il proprio ambasciatore o interrompere le relazioni diplomatiche?

mb

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