Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Il governo giallorosso e il grande bivio per il Paese


Qualche segnale di umanità c'è stato. Mimmo Lucano è potuto ritornare dal proprio papà, dopo essere stato esiliato da Riace il cui modello è stato demolito dal salvinismo. L'impugnazione della legge del FVG che discriminerebbe gli immigrati il cui iter era già a dire il vero partito con il precedente governo e si iniziano a muovere delle pedine contro la Russia. Sarà un governo, quello giallorosso, che porrà il Paese ad un grande bivio. Non si può permettere di sbagliare. Perchè il rischio che il salvinismo salga alle stelle c'è e questo rischio va scongiurato con una decisa e radicale discontinuità rispetto al recente passato. E' stato anche a causa del renzismo se ci siamo trovati Salvini al governo. Per quella logica fallimentare di rincorrere politiche di destra con un Pd spostato letteralmente a destra. Dalla scuola, alla questione migranti, alle grandi opere, alla "memoria condivisa" sulla storia del confine orientale. Alla fine ha prevalso l'originale. Da Monfalcone, al FVG, all'Italia tutta. Il Paese è incattivito, c'è odio, un clima d'odio alimentato anche dal precedente governo. Oggi non ci si nasconde più dietro il dito, il razzista, rivendica il suo essere razzista, il fascista, il suo essere fascista. E ci vorranno anni per disintossicare il Paese. La speranza di tanti è che dall'Italia possa partire un segnale di rottura verso quell'ondata reazionaria che sta arrivando dall'Est. E che magari si verificherà un ribaltone anche nella nostra regione dove l'ondata salvinista è stata importante. I venti dell'Est di oggi sono i venti del fascismo del secolo breve. Non ci sono vie di mezzo, questa volta. Si è passati, con lo stesso Presidente del Consiglio, dal governo più destro della storia della Repubblica italiana a quello più spostato a "sinistra" di questi ultimi decenni all'interno dello stesso Parlamento e con protagonista la stessa forza politica che nel suo non essere né carne né pesce se prima ha avuto la responsabilità politica di aver fatto volare il leghismo ora dovrà avere quella di ribaltare quanto di scellerato accaduto nel pregresso governo. La situazione è seria. Perchè il rischio che il governo giallorosso possa essere solo fumo negli occhi oltre che un formidabile trampolino per ritrovarci in Italia con le prossime elezioni il governo più da ventennio della storia della Repubblica italiana, è tutt'altro che remoto. Insomma, il paese è a un grande bivio. Abbiamo evitato l'ondata salvinista, rifiutando di andare subito alle urne, ma se non si sta attenti, verremo travolti da uno tsunami salvinista. Evitiamolo.

mb


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