Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

O con il 12 settembre del '19 o con il 25 aprile del '45. Si deve scegliere da che parte stare della storia


Il Sindaco di Rijeka, Vokko Obersnel, nella sua lettera, in merito alla contrarietà manifesta contro le celebrazioni dell'occupazione della città di Fiume, scrisse che  "le iniziative che festeggiano l’occupazione delle terre degli altri, sono in opposizione con la politica europea, che, come una delle proprie basi, ha l’antifascismo". E' evidente che esistono due date profondamente divisive, in antitesi tra di loro, opposte, incompatibili. E si deve scegliere da che parte stare. Stare con il 12 settembre del 1919, il fascismo prima del fascismo, con l'occupazione di Fiume, mossa dal nazionalista D'Annunzio, " il duce divino" come si faceva chiamare, che voleva fare la marcia su Roma prima di Mussolini, che prese la tessera dei Fasci nel 1920. 
Stare con il suo antislavismo, con i processi di italianizzazione forzata introdotti a Fiume, con il suo nazionalismo reazionario, con il suo essere eversore, con l'olio di ricino e camicie nere di Fiume,  oppure con tutto ciò che ribalterà il marciume di Fiume, atto che aveva come scopo di annettere Fiume all'Italia, soccombere i croati reputati di "razza inferiore".  La Resistenza, che in Italia ha come data simbolica universale il 25 aprile. 
Ecco, si deve scegliere da che parte della storia dover stare. Non si può stare con entrambe, perchè è come se uno fosse allo stesso tempo juventino e interista, per usare una metafora calcistica, fosse diavolo e santo, acqua calda e acqua fredda, deserto egiziano e montagna innevata. O di qua, o di là. Non si possono più accettare mescolanze, o condivisioni di entrambi gli eventi, come se fossero tra di loro compatibili, condivisibili, in comune. Il non aver avuto simbolicamente una propria Norimberga, in Italia, determina cortocircuiti di questo tipo. Dopo Fiume il prossimo passo sarà riabilitare la marcia su Roma? D'altronde quella su Roma si è posta in continuità con quella di Fiume...

mb


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