Ronchi fu tanto in prima linea, quanto retrovia in quella maledetta guerra, e fu anche oggetto di bombardamenti che distrussero decine di abitazioni e procurarono decine di vittime civili. E beffa nella beffa, la popolazione, che in parte riuscì a fuggire a Wagna, in Austria, allo scoppio della guerra, rimase imprigionata nei confini comunali a causa dell'esplosione della colera. Ben 2500 cittadini, praticamente la metà della popolazione, bloccata in un territorio in prima linea durante la guerra a causa del colera che nell'agosto del 1915 cagionò una trentina di morti come la storia ha ben raccontato nel corso del tempo. Oltre 500 furono i soldati che persero la vita sul territorio ronchese in quel maledetto conflitto nazionalistico. Eppure saranno passati poco più di cent'anni ma è come se non fosse mai accaduto quell'evento, come se quella distruzione non ci fosse mai stata, eppure c'è stata come la memoria fotografica del tempo ha ricordato e continua...
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Nazario Sauro e Capodistria. Dalla targa,ai monumenti,spazzati via
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Due fronti opposti, due opposti ideologici, ma che hanno trovato in comune, per ragioni diverse, l'avversità verso Nazario Sauro, mazziniano, irredentista, impiccato per tradimento dall'Austria nell'agosto del 1916. Verrà strumentalizzato, come accadrà per altri personaggi, dal fascismo, per diventare un veicolo, un mezzo con cui imporre il culto dell'italianità. Interessante notare che fine hanno fatto i monumenti, ivi inclusi la targa, che ricordavano Nazario Sauro nella sua città natale, Capodistria.
Il 10 agosto del 1919, tre anni dopo la sua morte, nella casa dove nacque il 20 settembre del 1880, oggi numero 10 nella zona del piazzale dei pescatori, alle spalle di quella colata di cemento che ha rubato metri al mare per dare spazio al porto, venne posta una targa che ne ricordava i natali.
“FRA QUESTE MURA
A DI XX SETTEMBRE MDCCCLXXX
SORTI GLI UMILI NATALI
NAZARIO SAURO
E IL DESTINO LO SERBAVA
A CORONARE DI GLORIA
A SANTIFICARE DI MARTIRIO
LE ORE SUPREME
DEL SERVAGGIO ISTRIANO”
CAPODISTRIA
POSE
IL X AGOSTO MCMXIX
TERZO ANNIVERSARIO
DAL SUPPLIZIO DELL’EROE
Capodistria passerà al Regno d'Italia nel 1921. E vi rimarrà fino a quando con l'otto settembre del '43 ci sarà il tracollo del Regno d'Italia con le peripezie che caratterizzeranno il dopoguerra. Sotto il fascismo, in quella casa, sopra la porta, verrà posto anche il leone di San Marco. Il tutto verrà rimosso dai comunisti, che videro in Sauro un simbolo del fascismo completando l'opera anche con ciò che rimaneva del monumento realizzato nel 1935.
Vennero avviati nel 1926 i lavori per l'imponente monumento al marinaio d'Italia, come veniva chiamato Sauro, vent'anni di tempo dall'atto dell'uccisione, alla posa della prima pietra, all'inaugurazione, che avvenne il 9 giugno 1935, con la presenza di Vittorio Emanuele III e altre personalità varie, come il Duca d'Aosta. Monumento che venne distrutto dai nazisti, durante l'occupazione della Venezia Giulia, tra fine maggio e giugno del '44 perchè pare potesse essere di riferimento per l'aviazione "nemica". Ma la verità è che quel monumento era avverso ai nazisti presenti a Capodistria perchè Sauro era considerato come un traditore dai tedeschi fedeli all'Impero. Quello che rimase del monumento, le statue, verranno poi fuse dai comunisti jugoslavi, come accadrà per la torretta del sommergibile Pullino, che si trovava presso il cortile di una scuola liceale di Capodistria.
Il Pullino era il sommergibile di Sauro.
Insomma, interessante notare come alla fine di Sauro, a Capodistria, si sia in sostanza fatta piazza pulita. Pare che delle aperture stiano prendendo sempre più consistenza per ripristinare la targa nella casa natale, con una dicitura diversa rispetto a quella nazionalistica del 1919, per ricordare e non celebrare, come invece rischia di accadere a Trieste con la statua di D'Annunzio in merito all'occupazione della città di Fiume, a cent'anni esatti dalla posa di quella targa nel quartiere dei pescatori, un fatto storico, un personaggio che appartiene, nel bene o nel male, alla storia di Capodistria, città dove nacque. E porre quella targa,nella casa natale di Sauro, senza la retorica nazionalistica di un tempo, potrebbe essere un segno di maturità, in una città che vuole ritagliarsi uno spazio importante all'interno dell'Europa unita nella diversità, cercando di superare ogni forma di nazionalismo da qualsiasi parte questo provenga .
Una frase che si potrebbe proporre, tenendo conto ovviamente della volontà della famiglia e delle proposte già formulate e del giusto compromesso che andrà ricercato potrebbe essere ...
"a cent'anni dalla prima posa, dopo la rimozione,la comunità decise di restituire la targa, con cui ricordare il marinaio d'Italia, Nazario Sauro, che in questa casa ebbe i natali il 20 settembre del 1880".
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
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