Il sentimento antislavo di D'Annunzio è un dato di fatto indiscutibile


D'Annunzio come è noto ha più volte espresso pensieri dai connotati profondamente nazionalistici e con sentimento antislavo. Testi nei quali si rivolgeva anche ai popoli "slavi" verso territori oggi appartenenti alla Slovenia. Ad esempio  In Italia e vita, il 24 ottobre del 1919, scriveva:

A settentrione di Fiume, essi debbono includere Idria, affinché la torbida Balcania non prema le spalle di Gorizia e di Tolmino. Il distretto di Idria, per secoli di tradizione storica e per evidenza di figurazione terrestre, appartiene al corpo d’Italia. Sta su la linea del displuvio. Per il valico di Circhina e per il valico del Pero s’apre verso il Regno. Non ha in sé una fronte salda, ma forma un baluardo ben proteso dell’alpe di Tarnova. Se Idria è nelle nostre mani, Gorizia rimane protetta. Se ci è tolta, Gorizia rimane esposta al cannone jugoslavo. (...) Come Idria, Postumia spetta a noi. Se non la tenessimo, il flutto della gente balcanica, il flutto della barbarie schiava, giungerebbe a una ventina di chilometri dalle mura di Trieste. Col distretto di Postumia lasceremmo in mano degli Schiavi meridionali il valico di Longatico, quello di Nauporto e forse quello di Prevaldo, che costituiscono da tempo immemorabile la vera Porta d’Italia, la soglia latina calcata dalle incursioni boreali e orientali dei Barbari di ogni evo.


Come si può comprendere si tratta di esternazioni profondamente nazionalistiche e avverse ai popoli "slavi" con riferimento a territori appartenenti oggi anche alla Slovenia. Lo stesso D'Annunzio in altri testi così si rivolgeva verso il popolo "slavo": 
quell’accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso..." oppure da Gli ultimi saranno i primi. Discorso al popolo di Roma nell'Augusteo, 4 maggio 1919 (…) "Laggiù , su le vie dell’Istria, su le vie della Dalmazia, che tutte sono romane, non udite la cadenza di un esercito in marcia? I morti vanno più presto dei vivi. E per tutto ritrovano essi i segni dei legionari. Fuori la schiaveria bastarda e le sue lordure e le sue mandre di porci! .

Così come non si dovrà dimenticare che uno dei legionari più importanti, fu tale Francesco Giunta, che divenne poi dopo la marcia su Fiume il capo del fascio triestino e anche per un periodo segretario nazionale del PNF oltre che essere stato coinvolto nel noto assalto del Narodni Dom di Trieste avvenuto il 13 luglio del 1920, simbolo delle persecuzioni subite dagli sloveni in queste terre.

Boris Pahor, noto scrittore e insegnante sloveno, in passato fece presente che "oggi popoli e paesi come l’Italia, Slovenia e Croazia vivono in amicizia". Quell'amicizia che va preservata anche tramite la simbologia. Continuare, ancora a celebrare, D'Annunzio,  personaggio che ha espresso sentimenti antislavi, e nazionalistici, verso anche territori appartenenti oggi alla Slovenia, significa riportare l'orologio cent'anni indietro. 

mb
M
T
G
Y
La funzione vocale è limitata a 200 caratteri

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Quale la città più bella tra Udine e Trieste?