Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Dal D'Annunzio "duce" a Peppino Garibaldi pronto a marciare contro D'Annunzio, al tradimento verso la Patria


La Stampa del 1919 tratta in modo durissimo l'occupazione della città di Fiume. Ed emergono tante particolarità interessanti. 
Ad esempio si riporta un dispaccio di un'agenzia francese dove si scrive che Peppino Garibaldi era pronto a marciare contro D'Annunzio con 30 mila volontari per liberare la città.
Si racconta come in Istria si stavano preparando le truppe temendo qualche nuovo azzardo da parte di D'Annunzio per difendere Abbazia , Si racconta lo sbarco a Zara di 800 fiumani guidati da D'Annunzio.  Avvenuto il 15 novembre del 1919. Si segnala l'intervento di un gruppo di "arditi"che in casa del Vescovo impose di esporre la bandiera italiana e la stessa cosa avvenne alla società croata del Sokol.

E che dire della formula di giuramento verso D'Annunzio? Chiamato come il "Duce Divino".




Emerge con forza che quell'atto, considerato come un vero incubo per l'Italia, tanto che quando giungerà a termine si scriverà che l'incubo è finito,



si è posto  contro gli interessi della Patria. Una sorta di tradimento dal momento in cui i legionari usarono le armi contro l'esercito che rappresentava la propria patria, agiva nell'interesse dell'Italia. Con il Natale di sangue si concluderà quell'atto militarista che ha scombussolato il Paese e porterà ad imboscate fratricide. Si rimane basiti del fatto che oggi ci siano delle Istituzioni che celebrano quell'atto eversivo realizzato contro la stessa Italia, atto che la Stampa definirà come l'atroce gesta dannunziana.


mb

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