Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Si fermano gli sbarchi, si chiudono i porti, ma ritorna la rotta Balcanica. Un centinaio gli arrivi in pochi giorni




Il Piccolo lo ha denunciato con chiarezza. La Rotta Balcanica, che in passato ha solo sfiorato il FVG, ora, evidentemente interessa maggiormente questa regione. L'ultimo caso, è quello della zona di Domio, in provincia di Trieste, al confine con la Slovenia. Un centinaio circa i migranti individuati. Ovviamente il dibattito in rete si è scatenato, facile intuire i tipi di commenti.  Il caso più eclatante è stato sicuramente l'inseguimento iniziato a Trieste e finito nel primo Friuli, con  poco più di una decina di migranti rinchiusi come pacchi all'interno di un furgone. Si tratta di casi dovuti alla casualità, perchè individuati, altri, sono riusciti sicuramente ad attraversare il Paese per dirigersi verso le solite mete, Germania, prima di tutto. Attraversano Croazia e Slovenia, ricordiamo che si erano in parte chiuse con il filo spinato, per frenare la rotta Balcanica. Il Ministero dell'Interno, focalizza la propria attenzione solo sulla questione degli sbarchi. Basta vedere cosa comunica il cruscotto giornaliero. Dati sugli sbarchi che evidenziano un calo a decorrere dal 1 gennaio 2019 al 9 aprile 2019 comparati con i dati riferiti allo stesso periodo degli anni 2017 del -97,96% e 2018 del -92,02%. Ad oggi sono 550 gli sbarchi. Ma, di questo passo, il confine della Venezia Giulia sicuramente supererà di gran lunga  a livello numerico gli sbarchi nei porti che sono stati chiusi. Il confine è già controllato da tempo, tra chi proponeva telecamere, e chi proponeva ulteriore militarizzazione. Certo che se questi arrivi dovessero aumentare proprio in questo periodo, bollente a livello elettorale, sicuramente le forze nazionaliste ne trarranno beneficio, visto lo stato in cui si trova il nostro Paese dove il prima gli oramai è parte della quotidianità degli italiani in una Europa che si trova catapultata in un periodo tipicamente da ventennio pur se con gli adattamenti dei tempi moderni che viviamo. E queste persone, che affrontano mille peripezie per andare alla ricerca di una vita dignitosa, diventeranno la solita carne da macello per una politica sempre più cinica e imperniata di odio sociale.
mb

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