Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

La nuova capitale d'Egitto,oasi per ricchi,nel Paese dove povertà e analfabetismo e malcontento sociale crescono




Lì dove non c'era niente, salvo il deserto, in modo vertiginoso, la cementificazione del territorio, avanza come una delle tempeste di sabbia più temibili della storia d'Egitto, che porterà alla costruzione di una metropoli di sei milioni, circa ,di abitanti, annunciata nel 2015, a 45 km dal Cairo. Dall'alto sta prendendo la forma di un ferro di cavallo. Con operai che lavorano a ritmi enormi e chissà in quali condizioni di sicurezza e con quali diritti, nell'Egitto dove niente fa rima con diritti umani. Ancora non ha un nome, ma in Egitto è chiamata come Sisi City, anche se per tanti è solo la Nuova Capitale Amministrativa, la città del dittatore egiziano al potere dopo il colpo di Stato del luglio 2013. Deve diventare la nuova la nuova capitale amministrativa e finanziaria dell'Egitto, che ospita i principali dipartimenti governativi e ministeri, nonché le ambasciate straniere. Un progetto faraonico che coinvolge una pluralità di realtà nella sua edificazione, a partire dai cinesi, e che dovrebbe avere diversi primati, tra torri, parchi e palazzi, con la cattedrale la Natività di Cristo, tra le più grandi del mondo arabo e una moschea inferiore solo, di poco, alla Grande Moschea della Mecca. Tanti primati, insomma, per una città off limits per i meno abbienti, in un Paese con i livelli di istruzione tra i più bassi del mondo, solo il 75% circa degli egiziani è alfabetizzato, con un tasso di mortalità infantile enorme, uno stato di povertà crescente in un Paese che vede il proprio debito pubblico pur se alleggerito ultimamente ma con le casse dello stato in profondo deficit, con crescita dell'inflazione e taglio ai sussidi sociali,che lasceranno il segno. In Egitto proprio per queste ragioni il popolo nel 2011 era sceso in piazza con quel processo rivoluzionario che porterà alla caduta di Mubarak, passerà anche dalla rivoluzione sociale tradita, con l'unico presidente democraticamente eletto nella storia d'Egitto, Morsi, ribaltato, dal colpo di stato che porterà al potere colui che sta realizzando, tra l'altro, la sua città "faraonica" la più grande speculazione di tutti i tempi nella storia d'Egitto, per tanti, per altri, invece, una necessaria grande colata di cemento colossale che porterà all'oasi dei ricchi a  soli 45 km dal Cairo. 
mb

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