Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Fiumicello città dei diritti. Viaggi d'istruzione nel paese di Giulio

Da un lato la politica di chi legittima regimi che ammazzano le persone, torturano, e negano verità e giustizia, dall'altro una comunità, sempre più grande, che non si ritrova in questo modo di concepire la vita, la società, il bene comune, e continua, nella sua strada, per la sua strada. Quella strada che porta a Fiumicello. E sono tanti, sempre di più. E soprattutto giovani. A partire dalle scuole. Sono tantissime le scuole in Italia, da Nord a Sud, da Est a Ovest che in qualsiasi modo hanno condiviso e continuano a condividere un messaggio di verità per Giulio che non è solo per Giulio, ma per tutti quelli che in Egitto e non solo in Egitto, ogni giorno, subiscono violenze, soprusi da parte di regimi dittatoriali. 
Ed uno dei luoghi sicuramente più importanti dove toccare con mano lo spirito con cui è cresciuto Giulio, cittadino del mondo, si è detto mille volte, è proprio a partire dal suo piccolo paese, Fiumicello. Diventata terra dei diritti, tanto che troverai una cartellonistica che ricorda i diritti umani, insieme alla nome che identificherà la via della strada. Terra dove i ragazzi crescono pensando ad una società senza più confini e frontiere, senza muri ma con ponti, nonostante quello che il mondo produce e continua produrre, nonostante quelle nocività e tossine che ammazzano, nonostante quello che è successo a Giulio, ma non ne educheranno cento e neanche mille come loro vorranno le dittature, ma otterranno l'effetto contrario. Sono tanti i ragazzi che si recano a Fiumicello, come successo per una classe di una scuola di Bergamo, il Liceo Federici. Una cinquantina tra studentesse e studenti, hanno conosciuto i luoghi di Giulio, incontrato la sua comunità, i genitori di Giulio, consegnato l'orologio con il tempo che si è fermato in quella maledetta ora, le 19.41 del 25 gennaio 2016 al Cairo. Quando partì l'ultimo sms di Giulio. Da quel momento il silenzio. Viaggi d'istruzione, importanti, formativi, importanti, da sostenere e ripetere nel futuro, che lasceranno il segno per costruire anche attraverso queste esperienze, un mondo migliore. Perchè nulla è scontato, non lo sono quelle libertà, che stiamo perdendo con estrema facilità quasi senza batter ciglio nella nostra società "democratica" ed i diritti, oggi sempre più risicati, conquistati con grande fatica, dolore e passione e tenacia. La Verità per Giulio Regeni è un tassello fondamentale per vivere in un mondo senza più dittature criminali come quella egiziana. Non è uno slogan, non è un motto, ma un messaggio potente, doloroso, di resistenza, affinché si possa vivere in un mondo dove ciò che è successo a Giulio, non abbia più modo di ripetersi.
mb

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