Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

Immagine
Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

1000 giorni alla ricerca della verità,negata,della giustizia,negata,per Giulio Regeni

1000 giorni passano in fretta. In 1000 giorni si può cambiare la storia del mondo oppure far scorrere l'inesorabile clessidra del tempo perchè l'attimo possa essere sepolto sotto migliaia di granelli di sabbia. Per sempre. 1000 giorni sono tanti, forse anche troppi, oppure sono un niente. Da quando Giulio è stato rapito, catturato, torturato, massacrato, ucciso e scaricato sulla strada, da un sistema criminale che continua a regnare nella terra delle piramidi con cui l'Italia e l'Europa si relaziona come se niente fosse successo ad un proprio cittadino, ne sono successe di tutti i colori. Da un lato chi ha continuato a barricarsi dietro il suo muro della vergogna, perchè non può auto-condannarsi, e giostrando con l'intelligenza altrui, con la dignità altrui, dall'altro, chi non si è mai fermato ed arreso. Giorno dopo giorno, ora dopo ora, momento dopo momento. E come potrebbe essere altrimenti quando ti scippano un figlio e poi in quel modo? Come i nazisti facevano, come i fascisti facevano, come i torturatori di oggi fanno, in Egitto, come altrove. In stati canaglia e fascisti. Dove i diritti umani sono semplicemente il nulla. Tre governi, mille giorni. C'è chi ha ceduto, ritirando lo striscione esposto sul municipio con il quale, si continua a chiedere verità e giustizia per Giulio e come è sempre stato detto per tutti i Giulio e le Giulia di questo nostro meschino mondo. Ma nello stesso tempo si è assistito ad una diffusione notevole di questo striscione in tante località sparse per tutto il Paese, in qualsiasi direzione, a murales dedicati a Giulio e non solo, ad intitolazioni di luoghi dove si vive ed esercita la cultura, ad iniziative variegate, ultima, ma non per ultima la ciclo staffetta partita da Duino e giunta a Roma con la quale è stata consegnata una lettera al Presidente della Repubblica per la verità per Giulio Regeni. La sua famiglia non è mai stata lasciata sola. Mai lo verrà. Ci vorrà tempo, tanto tempo, ma, siamo certi, che Resistenza che  richiede tempo, pazienza, avrà la meglio contro l'infamia che in Egitto sta negando giustizia e verità.
I muri esistono per essere abbattuti, superati. Ed il muro egiziano è destinato ad essere abbattuto, ad essere superato. E' solo questione di tempo. Ma senza la tenacia e la forza della famiglia di Giulio e della comunità sorta intorno ad essa, non sarebbe mai stato possibile mettere in discussione quel muro. Sarebbe stato Giulio come uno dei tanti egiziani uccisi e dimenticati dal mondo. E' forse era questo che intendevano in Egitto quando qualcuno disse dalle parti del governo che Giulio era come uno di loro. Ma non lo sarà. Almeno in questo senso.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot