C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il FVG ha intenzione di equiparare il giorno del ricordo alla Giornata della Memoria

Tanto tuonò che alla fine piovve. E se piovve. Distanziate da una manciata di giorni, il 27 gennaio, Giornata della Memoria, ed il 10 febbraio, giorno del ricordo, alla fine verranno messi sullo stesso piano. 
Di tentativi ve ne sono stati a bizzeffe nel corso degli anni, mescolando e mettendo insieme due momenti, due memorie totalmente inconciliabili tra di loro. 
Perchè nel Giorno della Memoria si racconteranno, si commemoreranno le vittime del nazifascismo, ma nel giorno del ricordo, verrà ricordato e onorato anche chi è stato nazifascista, come ricerche e studi hanno ben sottolineato nel corso di questi anni, da quando è stata scritta e normata ed è entrata in vigore la legge simbolo del revisionismo storico italiano, nel senso negativo del termine, quale la Legge 30 marzo 2004, n. 9. 
In FVG, madrina di questa legge, perchè nata qui, partendo dal presupposto errato che le vicende del confine orientale fossero totalmente sconosciute in Italia, quando i centinaia di provvedimenti legislativi, attuati in Italia, invece hanno ben dimostrato il contrario, passando da finanziamenti a questioni risarcitorie,  ora si avvia il compimento di quel passo che vorrebbe mettere sullo stesso piano la Giornata della Memoria con quella del ricordo. 
Ed il tutto attraverso le scuole, che ancora una volta diventeranno terreno fertile per seminare venti storici a dir poco discutibili. In FVG si sta seriamente pensando come è emerso sul sito della Regione, ad una modifica della legge regionale 13/2018 sul diritto allo studio e sul potenziamento dell'offerta formativa, "per inserire una norma che dia equità e trasparenza ai fondi regionali che, attraverso le scuole, saranno destinati tanto al Giorno del ricordo (10 febbraio, per ricordare i massacri delle foibe) quanto alla Giornata della Memoria (27 gennaio, si ricordano le vittime dell'Olocausto)."
L'occasione nasce dall'impegno chiesto alla giunta regionale di riservare " la giusta commemorazione nel giorno della  morte della Cossetto, congiuntamente a iniziative volte alla diffusione della storia di Norma Cossetto e degli esuli istriani tra gli studenti del Friuli Venezia Giulia".
Un chiaro intento che avrà come effetto quello di equiparare il giorno del ricordo alla Giornata della Memoria. 

Marco Barone 

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