Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

La storia del territorio. Quella grande sconosciuta che andrebbe studiata anche nelle scuole

Nell'intero arco del ciclo scolastico si arriverà ad accennare alla storia del '900, difficilmente verrà approfondita come quella romana, greca o medioevale. Fatto notorio, nulla di nuovo. Le conseguenze di tutto ciò le vediamo quali sono. Ignorare cosa è stato il '900 di cui noi siamo piena espressione, significa non conoscere noi stessi prima di tutto, non conoscere le storie delle nostre famiglie. Nelle famiglie non si parla più o si racconta sempre con minor interesse un passato oramai finito nei cassetti del dimenticatoio. Mancano gli stimoli oltre che il dialogo. Le ragioni od i torti hanno mille cause. Poi trovi che qualcuno per sfregio o mera ignoranza o malvagità pura arriverà a dire che pensava che Anna Frank fosse la figlia di Fantozzi. Ma il problema non si pone solo con la storia del '900, ancora da studiare, approfondire e scoprire anche da parte del mondo complesso e variegato degli storici, accademici e non accademici. Il problema si pone anche con la storia dei luoghi che viviamo. Trovo veramente imbarazzante che i giovani o non giovani ignorino la storia dei propri luoghi, l'esistenza di certi monumenti, il perchè di certe vie, il perchè di certi luoghi, trovo imbarazzante non porsi più alcun perchè e dare per scontate alcune cose avvolte dal velo del menefreghismo, se non disinteresse puro. Meglio una caccia ai Pokémon che ai monumenti ed alla storia dei propri luoghi vissuti ogni giorno. Una riflessione su ciò andrebbe fatta. Le scuole, già stracariche di impegni e gli studenti oberati sempre di compiti ed attività di ogni tipo, dovrebbero però trovare il giusto tempo ed armonia per inculcare almeno elementi di storia locale, anche con approcci diversi, itineranti, in collaborazione con certe e date realtà. Non da sole, ma in sinergia. Certo, è anche vero che visto come alcune vicende storiche vengono insegnate da alcune realtà dopate di nazionalismo se non idiozia storica, forse in questo caso verrebbe da dire beata ignoranza, piuttosto che subirsi iniezioni di mistificazioni, ben diffuse dalle nostre parti. Ma in generale non posso che affermare che se non si conosce la storia dei propri luoghi come si può pretendere di conoscere quella universale? 

Marco Barone

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