Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

25 mesi senza Giulio e quel quindi che continua...

25 mesi. Siamo nel terzo anno dall'uccisione di Giulio avvenuta nell'Egitto che continua ad indignare parte del mondo per quello che accade, continuano le inchieste giornalistiche internazionali a denunciare la violazione dei diritti umani, un fiume di rabbia che continua ma che non è riuscito ad arrestare situazioni vergognose od inaccettabili come quelle accadute tra l'Italia e l'Egitto. Abbiamo avuto un nostro cittadino massacrato in Egitto. Tra Italia ed Egitto i rapporti continuano dopo una parentesi di "turbolenze", continuano sotto quella maledetta concezione della normalizzazione dei rapporti. Ma cosa si deve fare per avere un minimo di dignità? Cosa si deve subire? Non è bastato essere sequestrati, torturati, uccisi ed abbandonati in mezzo alla strada? Aver subito menzogne, depistaggi e infamie di ogni tipo e natura? Senza dimenticare le altre vittime che vi sono state in tutta questa incredibile vicenda degna della peggior mente diabolica e regia di un film horror? Se il tuo Stato non è in grado neanche di tutelarti quando un tuo cittadino viene massacrato da un Paese con cui si vanta di avere rapporti se non essere propriamente succube da oltre 2000 anni, questo Stato che senso ha?  Quel disegno che ritrae Giulio, con le braccia incrociate e con quel quindi seguito da un punto interrogativo continua ad essere una delle immagini simbolo di questa indecente e vergognosa situazione che vuole il nostro mondo da ben 25 mesi senza Giulio, senza verità e giustizia per quanto accaduto al Cairo in Egitto.

Marco Barone

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