C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Realtà virtuale come un giorno viversi il proprio mondo "felicemente" da casa



La realtà virtuale che è cosa diversa dalla realtà aumentata è tra noi. Nessuna tecnologica ufologica, ma in ogni caso impressionante. Osservare dall'esterno l'individuo  catapultato nel giro di un niente in una dimensione spaziale e temporale diversa da quella che vivi quotidianamente è un qualcosa di assurdo, incredibile. Matrix è tra noi.

Vedrai l'uomo o la donna trasformarsi in un qualcosa di indefinito, muoversi lentamente, con i guanti o con la strumentazione che completerà la proiezione ed il trasporto nella nuova dimensione resa possibile da un casco  con la funzione di visore, da cuffie ed un filo. Dipendente da un filo, lo spazio entro il quale puoi muoverti è limitato, quello reale, ma è immenso quello virtuale.

Percepisci i suoni, le vibrazioni, mancano solo gli odori, ma arriveranno presto anche questi.  Il completamento sensoriale è vicino ad essere ultimato. Vedrai esseri umani essere trasformati in oggetti danzanti, improvvisati scalatori verso l'infinito. Un primo impatto potrebbe inquietarti, turbarti, lasciarti perplesso, spingerti a dire cosa stiamo diventando?

No, cosa siamo diventati.  Siamo diventati dei personaggi di un fumetto, degli attori in un film che può non avere fine, o soggetti di un videogame, dove il gioco non è più un gioco. Abbiamo bisogno di vivere il nostro mondo, un mondo diverso da quello deprimente reale, quello che circola fuori dalla tua porta di casa, dalla tua finestra.
I social hanno reso possibile una interazione planetaria, avrai milioni di amici virtuali, con cui è facilissimo interagire senza mille formalità, ma nella realtà fuori dalla tua porta zero.  Nella società dei tanti prodotti senza, rimanere senza amici reali ma con milioni di amici virtuali non sarà un problema.  
Vivrai una dimensione dove potrai affrontare battaglie epiche, costruire la tua società, essere una divinità o semplicemente quel qualcuno che la società dei 7 miliardi ed oltre di persone ha annullato. Vivrai emozioni reali, pur essendo in una dimensione finta, simulata, inesistente. Vivrai un qualcosa che è stato "creato" per te, su tua misura, i programmatori diventeranno i sarti di questo nuovo millennio, quel mondo sarà il tuo vestito, quello che hai sempre voluto e desiderato. Ma quel mondo non l'avrai creato tu, non l'avrai disegnato tu, ci sarà sempre qualcuno che si porrà al di sopra di tutto, che ti controllerà, indirizzerà, che ti porrà innanzi al classico  ed inevitabile bivio, nessun fato, nessun caso. Tutto predestinato, come le Parche di un tempo. Non sarai tu l'artefice del tuo destino quando entrerai in quel mondo, anche se ti illuderai di esserlo.

Il futuro è dipendere da un filo  che ti collega e trascina in un mondo, una dimensione illusoria e che ti trasporta nell'idilliaca felicità? Serenità? Nel tuo mondo? Dove sarai finalmente qualcuno? Le nostre città sono sempre più vuote, si esce sempre di meno, i servizi a domicilio sono sempre più diffusi. Abbiamo già il nostro mondo, il mondo virtuale è già migliore di quello reale, tanti preferiscono ad esempio il calcio virtuale, giocato nei videogame che quello reale, perchè paradossalmente ti coinvolge di più il primo che il secondo. La realtà virtuale nasce per creare nuove dimensioni, interazioni,  per essere complementare a quella reale, non esclusiva, ma inclusiva, ma rischia, se sfugge al controllo ad una sana regolamentazione, di essere un qualcosa di disastroso. Sta a noi saper dire ora basta. Puoi essere libero di vivere questa esperienza, va vissuta, va provata, ma devi porti dei limiti, devi saper dire ad un certo punto basta.

Marco Barone

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