Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Perchè sulla Wikipedia italiana non si parla del ritiro dell'ambasciatore italiano in Egitto?Nonostante il ritorno?


Da   #whereisgiulio a #veritàpergiulioregeni. Dai primi momenti della scomparsa, a quel maledetto 3 febbraio 2016. 
Il mondo ed il tempo si è fermato. Ma non si è fermata l'indignazione globale, planetaria. Se cerchi Giulio Regeni su Google ci sono quasi mezzo milione di risultati. Ma si era visto durare così a lungo ed essere così attiva  nei social una parola chiave come quella per Giulio, verità per Giulio Regeni, che non vale solo per Giulio ma, come ricorda in ogni luogo e circostanza la sua famiglia e tutta la comunità che la sostiene, che è enorme, vale per tutti i Giulio e le Giulia che in Egitto sono scomparsi, sono stati massacrati, torturati, violentati nella loro dignità di essere umano. 

La storia di Giulio è una storia in itinere, non definita, perchè fino a quando non viene formalizzata la verità non potrà mai essere definita, e tutti gli indizi portano alla definizione di quella verità che viene costantemente negata e compromessa. Hanno talmente paura della verità che non ci hanno pensato due volte a denigrare ed uccidere Giulio per altre mille volte, dalla storiella dell'incidente, all'omicidio per motivi personali, dovuti ad una relazione omosessuale in un Paese che criminalizza l'omosessualità e che si prepara a varare una legge anti-omosessuali, alla storia dello spaccio di droga, all'uccisione avvenuta per mano del controspionaggio di non si sa che cosa, a chi ha tirato in mezzo i servizi inglesi, a quattro ragazzi uccisi in una sparatoria ed accusati di aver avuto un ruolo centrale nel rapimento di Giulio, all'Egitto passato da carnefice a vittima.
E non è finita. Non è finita perchè ora si è avviata la via della normalizzazione dei rapporti con il ritorno dell'Ambasciatore il cui ritorno è stato vivamente sostenuto da alcuni quotidiani anche italiani proprio nel momento in cui in Egitto veniva varata una importante legge per gli investimenti stranieri. 
Non è finita perchè andranno alla ricerca di una bugia di comodo spacciandola per verità figlia del compromesso o peggio ancora confidando nell'effetto buco nero del silenzio.
Non è mai stato digerito il richiamo dell'ambasciatore, cosa che a dire il vero era difficile da reperire come notizia anche nel sito stesso dell'ambasciata italiana.
La principale voce dell'enciclopedia italiana libera, quale Wikipedia, non fa alcun cenno a questo fatto. Né al richiamo dell'ambasciatore né al suo ritorno. Però si legge che "Il 20 settembre 2016 l'ambasciatore del Regno Unito in Italia, Jill Morris, ha ribadito l'aiuto del governo britannico alle autorità italiane nel fare emergere la verità sull'uccisione del giovane."

Mentre quella in  inglese  si legge chiaramente quanto ora segue:
"In April 2016, Italy recalled its ambassador to Egypt due to a lack of co-operation, during the investigation, from the Egyptian authorities".

Perchè questa omissione?  Non parlando espressamente di tale fatto? Che non è mica una cosa da poco? A pensar male, ma si deve pensar proprio male?

Marco Barone

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