Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Tutte le Regioni a Statuto Speciale? In realtà è il futuro dell'Europa

Non ci sono riusciti con il bluff del secessionismo, non ci sono riusciti con il bluff dell'indipendentismo, spesso pagliacciate od atti goliardici che riscontri politici seri ma ci riusciranno forse attraverso la parola santa, esasperata a volte fino all'inverosimile, quale quella dell'autonomia.
Riuscire a fare cosa, si dirà? Semplice. 
A far saltare l'Italia così come oggi la conosciamo, ad andare nella direzione già tracciata da tempo dal federalismo europeo in salsa americana che passa dal superamento degli Stati così come oggi li conosciamo, dal superamento delle Nazioni così come le conosciamo e porterà al sistema delle Macroregioni che già esistono e collaborano su diverse direttrici economiche a livello europeo, ma che non conosciamo.
Le Regioni a Statuto Speciale in Italia hanno avuto questo titolo per ragioni storiche, dalla Sicilia per arrestare la sua deriva indipendentista, al Friuli Venezia Giulia, che nel 1963 conseguirà questo titolo per il suo plurilinguismo, passando dalla Sardegna, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige.
E' giusta è o non è giusta questa maggiore autonomia? Che poi nella realtà delle cose altro non significherà che trattenersi la maggior parte delle risorse, molte delle quali vanno a contribuire alla soddisfazione di un debito pubblico italiano che mai verrà sanato? 
L'assistenzialismo non è stato un problema solo del Sud ma anche del Nord. A livello economico l'autonomia se la possono permettere in poche Regioni, quelle solite, quelle ricche o che sono sopravvissute all'uragano della crisi economica del 2007/2008. Ma a questo punto o sarà autonomia per tutte oppure per nessuna Regione? Salvo ovviamente chi già ha questo titolo "concessione" costituzionalizzata? 
Si dirà che così si compromette lo spirito di solidarietà nazionale. Certo. Quale spirito? Quello che ha fatto salire alle stelle la corruzione? Che ha permesso alle mafie di estendersi ovunque? Fate voi. Guai a banalizzare questa situazione e pensare che sia solo opera "leghista" questa ricerca di autonomia. Non è così, la situazione è più profonda e condivisa di quanto si possa immaginare, i leghisti in Italia hanno lanciato la prima pietra, quella più pesante, hanno smosso le acque. Perchè ciò qualcuno lo ha permesso e forse voluto. Ma non è e non dovrà essere made in Lega Nord questa autonomia che verrà, perchè verrà, ciò è stato già deciso. Si tratta di capire solo in che misura, se sarà tenue o rigida, se si estenderà a tutte le Regioni o solo a quelle che se la possono permettere.

Marco Barone 

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