Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Nella Gradoaustronostalgia i commercianti dicono no ai richiedenti asilo a rischio l'immagine. Pazzesco


L'immagine è tutto. Niente immagine, niente business. La partita a ping pong si gioca tra Grado e le sue frazioni, con la Prefettura che svolge il ruolo di osservatore, ma prima o poi dovrà fischiare la fine di questa partita ed una decisione andrà presa. Se a Fossalon si è assistito a di tutto e di più, dalla deprimente marcia dei trattori, fumosissima visto che non ci sarà, a pensieri figli di una visione distorta del mondo, come se chi voleva ospitare 18 richiedenti asilo si apprestasse a dare accoglienza a 18 criminali incalliti, a Grado si assiste alla reazione di chi ha voce e peso economico importante. Il mondo del commercio. Sul Piccolo del 15 ottobre si apprende che  «Ormai da qualche settimana - ha spiegato il responsabile locale di Confcommercio, Fumolo - si parla dell'ipotesi di ospitalità ad un gruppo di migranti anche da parte del Comune di Grado e la nostra associazione di categoria esprime preoccupazione per le ripercussioni negative che questa azione potrebbe avere in termini di immagine per il nostro paese».«Chiediamo quindi in modo fermo che l'amministrazione comunale non persegua questo obiettivo, già dichiarato»."

Si compromette l'immagine della borghesissima Grado austronostalgica. In ogni angolo puoi vedere le stampe della Grado di una volta, quella dove venivano i ricchi nobili dell'Impero caduto a passeggiare, una Grado dove puoi fare un raffronto tra il passato ed il presente, e dove i mutamenti non sono poi così importanti, dove puoi ammirare le inferriate con l'aquila con due teste, od una immensa cartolina dove puoi mettere il tuo ben faccino sorridente e come sfondo la lunga spiaggia di Grado accessibile in estate solo a pagamento con tanto di tornelli come se si andasse in banca od in un supermercato.

Vuoi mettere? 18 o forse 20, o forse meno o più richiedenti asilo a Grado? In Inverno poi? Quando neanche i cani girano per le strade di questo paese? Beata immagine. Poi tutti in processione a pregare, od in chiesa a scambiarvi il segno della pace. Confessatevi, amatevi, voletevi bene. Ma i tedeschi, principale fonte turistica di Grado, dovranno essere informati che per salvare la loro vista, e non vedere compromessa l'immagine della civilissima ed accogliente Grado, solo verso i turisti, in questo comune non vogliono richiedenti asilo? Saranno contenti quando per le prossime vacanze cammineranno lungo il lungomare di Grado, osservando in lontananza Trieste, qualche gabbiano volare e sognare qualche delfino, e penseranno cara, caro, qui siamo al sicuro, non ci sono richiedenti asilo.

Marco Barone 

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