Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

La Spagna non riuscirà ad arrestare il Referendum della Catalogna. Ma in Italia come ci si comporterebbe?


Le reazioni, nel senso proprio di reazione, del governo centrale di Madrid contro l'autonomia catalana non devono stupire. Erano state annunciate. Certo che se avessero usato la stessa mano pesante per prevenire gli attentati del 17 agosto, visto che il livello di sicurezza era il quarto, chissà che storia si racconterebbe oggi. 
La Spagna ha definito il referendum del 1 ottobre  illegale e chi lo sostiene viene considerato come un delinquente, dunque verrà sanzionato pesantemente. Colpiscono i vertici e la base, si finirà in galera, si commissarierà l'autonomia catalana, si invierà forse anche l'esercito. Ma la strada intrapresa dalla Spagna sarà fallimentare. Il popolo catalano scenderà in piazza, resisterà e la repressione ha l'effetto di favorire il processo dell'indipendenza. Andava gestita politicamente questa situazione, democraticamente, ma così non è stato. In Catalogna voteranno. Vincerà il sì. E quello che sarà poi non è dato sapere.

“No acceptarem un retorn a èpoques passades i que no ens permetin decidir les èpoques futures de llibertat i democràcia”
Ed a questo punto potrà accadere di tutto i peggiori scenari devono essere contemplati. Se la democrazia non è in grado di gestire e governare la volontà popolare, questa è fallita e diventa un sistema dittatoriale quando alla richiesta di democrazia si risponde con la galera e la repressione.  
Molti si chiederanno ma se in Italia si dovesse realizzare una cosa similare? 
Se forze indipendentiste si dovessero risvegliare dal loro sonno e rivendicare l'indipendenza con referendum? 
Vista la somiglianza tra la Costituzione italiana e quella spagnola, la reazione governativa potrebbe essere similare, ed il sostegno che arriverà a chi domanda democrazia ed autodeterminazione sarà lo stesso che oggi si registra nei confronti dei catalani? 
Difficile. Processi storici e politici diversi. Ci si deve interrogare perchè oggi in Spagna continua ad esistere la monarchia, sostenuta con i soldi dei cittadini, ci si deve interrogare perchè si ha voglia di divenire nazione e Stato ed andare fuori dalla Spagna, in una Europa che dovrebbe andare oltre la logica delle nazioni e degli Stati, ci si deve interrogare perchè alla Catalogna l'importante autonomia riconosciuta dalla Costituzione non basta più e forse non è mai bastata. 
Ci si deve chiedere che peso ha avuto in tutto ciò il quadro disastroso dell'austerità europea, ci si deve interrogare su come si comporterà la comunità internazionale che ora tace, salvo qualche individuale dichiarazione, ci si deve chiedere che cosa farà la Catalogna Stato, entrerà in Europa o seguirà la via della Brexit? Perchè il referendum della ricca Catalogna può essere inteso come una piccola e nuova seppur devastante Brexit europea. Ci si deve interrogare perchè solo le zone più ricche possono permettersi di rivendicare la loro indipendenza. Ci si deve chiedere se il futuro sono nuove nazioni, il ritorno alle nazioni, od un ripensamento globale dell'Europa, dove la parola d'ordine da perseguire sia giustizia sociale, protezione sociale, uguaglianza ma con il perseguimento della logica del superamento degli Stati e delle nazioni, andando nella direzione degli Stati Uniti d'America, diventando una sorta di Stati Uniti d'Europa. Ci si deve chiedere se è questo il processo che è sotto-attacco anche per mano del terrorismo, religioso e politico con destabilizzazioni politiche identitarie e storiche o meno. Se sono stati gli europei a fondare l'attuale America, l'America non potrà duplicarsi in Europa, perchè qui vi è un mondo diverso,una storia diversa, rispetto a quella made in USA.  Insomma il referendum della Catalogna non è questione solamente spagnola, ma una questione che coinvolge l'intera Europa e probabilmente che va oltre il nostro vecchio continente. 
Marco Barone
fonte foto da Twitter

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