C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Celebrazione di D'Annunzio e Fiume, risponde l'Ambasciata croata: Basta celebrazioni ci attiveremo





Il cinque settembre, come è noto, avevo scritto una lettera all'Ambasciata della Repubblica di Croazia con sede in Roma in merito a quanto puntualmente ogni anno avviene in Monfalcone. Si celebra l'occupazione militare di Fiume ed un poeta razzista nei confronti dei croati quale D'Annunzio. Mi ero sempre chiesto ma perchè la Repubblica di Croazia tace? Probabilmente perchè non era a conoscenza di quanto accade in Italia? Per tagliare la testa al toro ho scritto la lettera di cui in premessa e mi ha risposto gentilmente ed in tempi anche rapidi il Ministro Plenipotenziario dell'Ambasciata della Repubblica di Croazia Mladenka Šarac-Rončević.


Questo il testo della sua risposta, come si potrà vedere chiaro, conciso:


"Ringraziamo della Sua mail del 5 settembre 2017. Condividiamo la Sua opinione che simili anniversari danneggiano l'atmosfera dei rapporti amichevoli tra i nostri due paesi e che celebrarli incita sentimenti nazionalistici. L'Ambasciata della Repubblica di Croazia a Roma da parte sua intraprenderà tutto il possibile nell'ambito delle proprie competenze, e apprezzeremmo altrettanto il Suo ulteriore impegno nella questione. Siamo sicuri che Lei, come stimato cittadino della Repubblica Italiana, insieme ad altri Suoi concittadini, può, più di tutti, contribuire al cambiamento di tale clima e alla ancora migliore costruzione dei rapporti di buon vicinato, in particolare nelle zone multietniche adiacenti ai confini."


Nella mia lettera concludevo, dopo aver evidenziato che quelle celebrazioni del 12 settembre per Fiume e D'Annunzio "favoriscono sentimenti nazionalistici che compromettono in modo rilevante quella edificazione di una Europa di pace e fratellanza ed amicizia tra popoli che stiamo tutti insieme e con fatica cercando di realizzare" in questo modo: chiedo all’Ambasciata della Repubblica di Croazia, nella persona dell'Ambasciatore, di sollecitare l’intervento della Repubblica di Croazia nei confronti delle autorità italiane perché non abbiano più luogo cerimonie, celebrazioni, della marcia di occupazione su Fiume e che non venga considerato più come un “valore” d'Italia la figura di D’Annunzio stante le sue parole altamente offensive e razziste come manifestate in modo eloquente soprattutto nei confronti dei croati.

Marco Barone

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