L'Europa la stiamo distruggendo noi!

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In un mondo dove l'Europa potrebbe avere un ruolo decisivo per la salvaguardia della democrazia, in un contesto politico dove gli autoritarismi, le dittature, sembrano essere la normalità e le democrazie quasi un fastidio, invece di diventare un punto di riferimento, è a rischio dissolvimento. Non sono gli USA, i putiniani, i cinesi, a distruggere l'Europa. Lo stiamo facendo noi, da soli. Non siamo nè carne, nè pesce, siamo totalmente allo sbando. L'Europa se si chiede cosa sia, la gente non saprà cosa rispondere, i suoi organismi sono sconosciuti ai più, percepita come entità astratta, anzi, l'Euro è spesso maledetto, forse l'unico beneficio che viene riconosciuto è la caduta dei confini, anche se , vedi ad esempio tra Italia e Slovenia, sono ritornati a modo loro. Insomma, ci siamo sciacquati la bocca all'inverosimile su fatto che l'Europa fosse un soggetto che ha garantito la pace per oltre 70 anni, anche se la guerra in Jugoslavia non è stata considerata...

L'Italia continua ad essere maglia nera in Europa nel settore dell'istruzione, altro che buona scuola


I 22 paesi dell’UE membri dell’OCSE sono: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
Il rapporto per il 2016 dell'OCSE   presentava, con riferimento all'Italia, un quadro deprimente. Tra gli obiettivi prioritari vi erano la necessità di invertire la tendenza negativa nel finanziamento dell’istruzione; di formare, motivare e rinnovare il corpo docente; di aumentare il numero degli studenti iscritti all’istruzione terziaria, in particolare ai programmi di ciclo breve a indirizzo professionalizzante per un accesso più facile al mondo del lavoro. Nell'arco temporale 2008/2014  la spesa per l’istruzione è diminuita significativamente. Nel 2013 la spesa totale (pubblica e privata) per l’istruzione è stata tra le più basse degli Stati presi in esame, ossia pari al 4% del PIL rispetto a una media OCSE del 5,2%.
E la "buona scuola" pur prevedendo dei finanziamenti non ha complessivamente invertito la rotta, anzi, come è noto,  nella scuola si è determinato un vero e proprio caos a partire dalle questioni organizzative. I dati che vedono l'Italia come maglia nera sono sempre gli stessi. Ad esempio il rapporto di  WeWorld Onlus  evidenzia chiaramente che "le risorse a disposizione sono ancora insufficienti. L’Italia è il fanalino di  coda nella EU28 sia per la quota di spesa pubblica investita in educazione sia per i tassi  di abbandono, la quota di NEETs, e la percentuale di laureati". Senza dimenticare un problema enorme che esiste con gli studenti stranieri. Il 32,4% delle studentesse contro il 37,4% degli studenti abbandonano gli studi. Si tratta di percentuali  molto elevate, specie se comparate a livello europeo: anche in questo caso l’Italia detiene la maglia nera (35%).  
Tanto per cambiare. A ciò si deve aggiungere lo stipendio del personale scolastico che oscilla  dal 76% al 93% della media OCSE, l'elevata età media del corpo docente, il fatto che l'età pensionabile è sempre più alta, la carenza di personale negli apparati periferici ministeriali,  il fatto che in classe il rapporto tra studenti e docenti non diminuisce e così via discorrendo. Siamo sempre alle solite. Altro che "buona scuola".  E ciò conferma che la scuola nelle elezioni del 2018 avrà ancora una volta un ruolo centrale e determinante.

Marco Barone


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