Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Al Comune di Ronchi mancano 14 dipendenti, su 87 lavoratori 62 sono femmine

Il Comune di Ronchi, ex provincia di Gorizia, un tempo Trieste, oggi UTI Carso Isonzo Adriatico, ha un buon bilancio, ma non può spendere più di tanto, i motivi sono ben noti, quel patto di stabilità che ha affossato buona parte dei Comuni italiani tanto che oggi molti interventi vengono effettuati in diverse realtà a titolo di volontariato, per esempio ricorrendo alla manovalanza dei richiedenti asilo, gratuita. Quella del lavoro è una piaga, anche in FVG, ed anche se alcuni rapporti statistici sembrano presentare questa regione come una sorta di isola felice, in realtà la situazione è non buona.
La dotazione organica del Comune di Ronchi prevede 101 posti, dei quali attualmente 87coperti ed uno in fase di copertura.  I dati evidenziano un leggero calo del personale dipendente.  L’attuale regime di contenimento delle assunzioni e delle spese per il personale comporta l’impossibilità di dare copertura all’intero organico.  Dalla lettura del documento unico di programmazione si evince che "osservando la componente femminile, questa risulta in maggioranza in tutte le categorie, compresa la Polizia Municipale.  Sono in totale 62 femmine e 25 maschi. Per quanto riguarda l’età media, emerge come più dell’80% dei dipendenti sia compreso tra 45 e 64 anni e come, per contro, solo lo 0,5% abbia un’età inferiore a 39 anni. Questo dato evidenzia gli effetti, da un lato, delle rigide disposizioni in materia pensionistica degli ultimi anni e, dall’altro, degli effetti dell’ormai pluriennale blocco del turn over che, unito alle limitazioni alla spesa del personale, non ha reso possibile il ricambio generazionale Il dato relativo al titolo di studio dei dipendenti comunali evidenzia come circa il 50% sia in possesso del diploma di scuola media superiore ed il 25% del diploma di laurea."
Quali gli interventi previsti? 
Tenuto conto del quadro normativo esistente, dei numerosi vincoli in materia e dei dati in possesso riguardo alle cessazioni, la politica delle assunzioni continuerà ad essere sarà finalizzata - all’assunzione dei vincitori delle selezioni già espletate; - alla copertura dei posti necessari a rispondere alle esigenze di personale ritenute prioritarie per garantire il livello dei servizi, confermando, di fatto, l’attuale organico; - alla possibile assunzione a tempo determinato di personale necessario a far fronte ad esigenze temporanee e/o eccezionali, compresa la sostituzione di dipendenti assenti. 
Da segnalare che nel DUP emerge quanto segue: " nell’ambito del piano del fabbisogno di personale 2018/2020, in continuità con il piano precedente, sussiste l’intenzione di prevedere la sostituzione del personale con profilo amministrativo, ricordando che negli ultimi anni si è assistito ad un sostanziale contenimento del personale in organico, passato dalle 96 unità al 31.12.2011 alle attuali 87 e che non risulta più opportuno un ulteriore contenimento, pena l’inefficienza dei servizi stessi."
 
Marco Barone 

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