Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Se a scuola si "crepa" di caldo


Arrivato il primo grande caldo in gran parte delle scuole italiane le temperature vanno ben oltre i parametri consigliati dalla legge e le conseguenze sono certamente non positive. Dal rischio di stress termico, a quello psicologico a situazioni imbarazzanti per una società che dovrebbe avere a cuore le proprie scuole, ma così non è come è ben noto. La normativa prevede che la situazione di benessere termico deve prevedere un equilibrio tra la quantità di calore prodotta dall'organismo e la quantità di calore assunta dall'ambiente o ceduta all'ambiente attraverso i diversi meccanismi di termoregolazione. La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici  imposti ai lavoratori. Per  i mesi estivi la temperatura dell’aria consigliata va da 24 a 27 °C e per i mesi invernali la temperatura varia da 18 a 22 °C. Ma se qualsiasi lavoratore, o studente, durante la propria lezione misurasse in classe la temperatura sussistente in questo periodo, che temperature rileverebbe? Sicuramente, in tantissimi casi, superiore a quella consigliata.

Perchè gran parte delle nostre scuole non sono a norma. E dunque che fare? Disporre la chiusura delle scuole per "caldo" lì dove non ci sono impianti di areazione e le temperature diventano insopportabili, per motivi di causa di forza maggiore?
E' a questo che dobbiamo arrivare? Visto che si parla di prevenzione qualche dubbio lecito e legittimo sussiste. Visto che si deve garantire la tutela dell'integrità psicofisica dei lavoratori nonché degli studenti, fino a quando le scuole non saranno a norma e non consentiranno lo svolgimento del proprio lavoro in condizioni ottimali e decenti e dignitose, non è che si deve aspettare l'evento lesivo per andare alla ricerca dei rimedi in un Paese dove i soldi pubblici vengono continuamente divorati da un sistema sempre più becero e corrotto.

Marco Barone

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