Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Se a Monfalcone è più gradita una comunità con culi al vento che una comunità con il velo



Svelato il motivo del tanto fastidio che a Monfalcone vi è nei confronti delle donne bengalesi che in questo periodo caldo iniziano a circolare per le strade della città con abiti colorati e velo altrettanto colorato. Il problema non è religioso, ma semplicemente visivo. Culi al vento e minigonne non danno alcun fastidio, perchè questi sono i supremi valori dell'Occidente, sono le "nostre tradizioni" e dunque chi viene a casa nostra deve adeguarsi, no? Più minigonne e culi a vento per tutte allora. Su una pagina  Facebook nota di Monfalcone, a commento dell'ennesima foto che ritrae donne bengalesi con il velo è stato riportato il seguente commento pubblico, dunque visibile a tutti e che ha diversi mi piace e mica di soli uomini come si potrebbe comunemente pensare: "Colori sgargianti x una città che tende al grigiore assoluto... Non credo facciano del male, l'abito non ha mai fatto il monaco... C'è molto di peggio di cui lamentarsi che non un abbigliamento... Certo che se invece di una comunità bengalese fosse arrivata una comunità brasiliana con minigonne floreali e culi al vento sarebbe stato più gradito..." 
Un certo tono di ironia, sicuramente, ma non sono mancate anche delle risposte critiche e di condanna. Il punto è che questo commento, per quanto insopportabile, fotografa un pensiero diffuso, più di quanto si possa immaginare, in una società che è letteralmente ossessionata dal decoro, dal degrado, in una società dove si censurano foto di statue nude, ma non commenti e post beceri, in una società dove le contraddizioni sono la regola e dove il sessismo ed il maschilismo sono l'ordinarietà. Una società che decide come tu devi vestirti, cosa puoi o non puoi indossare, come in estate. Ad esempio per quale motivo è normale circolare in costume in spiaggia ed in alcune città o luoghi non "sacri" invece è vietato con tanto di regolamenti e cartelli? Il decoro, si dirà. Poi cosa si vuole intendere per decoro questo è un gran mistero irrazionale tutto nostrano. Ma i culi al vento e le minigonne sono più consone al fantomatico decoro, o lo è di più il velo che copre ogni parte del corpo?

Marco Barone

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