Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Scuola: abolire pagelle, voti e giudizi



Vi è oramai una vera e propria forma di ossessione. Ossessione per il voto, ossessione per un buon giudizio, ossessione per una buona pagella. La scuola è diventata una caserma ad alta tensione competitiva. La solidarietà è hai minimi termini. La conoscenza critica ai minimi termini. Ti insegnano quello che il sistema ha deciso che devi sapere, conoscere, cioè materie funzionali a quello che una volta chiamavano il padrone, il resto è ridotto a concetti basilari che verranno rimossi nel giro di pochi secondi. Stress, ansia da prestazione, timore non per non sapere ma per un cattivo voto ed un buon voto non coincide sempre con la conoscenza critica e ragionata. Non vi è più spazio per il dubbio. La scuola è un disastro, ed i docenti non sono messi più nelle condizioni di opporsi a questa meschinità, perchè quando lo fanno rischiano di essere pesantemente penalizzati, e chi si può permettere oggi di perdere il lavoro? E' necessaria una nuova scuola, per una nuova società ed una nuova epoca ed il primo passo è l'abolizione di pagelle, voti e giudizi. Si dirà che il mondo del lavoro funziona come funziona, e che dunque la scuola ti deve preparare alle regole della società. Sarà anche vero questo concetto, ma se non si cambia dalla scuola come si può pretendere di ribaltare l'ingiusto sistema sociale che affossa giorno dopo giorno tutti noi?

Marco Barone

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