La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La scuola italiana è come un vulcano pronto ad esplodere

La pazienza pare essere arrivata al limite della sopportazione. Mentre gli stipendi del personale della scuola continuano a rimanere fermi, ad un semaforo rosso che dura da anni, salve qualche sterile bonus, accontentino che non può e non potrà mai soddisfare le divergenze salariali come sussistenti con Paesi dove il lavoro del personale della scuola è certamente rispettato e non preso a schiaffi. Mentre si propone di aumentare lo stipendio dei dirigenti, mentre le situazioni di stress, super lavoro, di conflittualità sono all'ennesima potenza, mentre si continuano a prendere in giro docenti ed Ata, studenti e famiglie, e l'apice è stato raggiunto con la peggiore legge mai scritta in materia scolastica, quale la buona scuola, ma subito etichettata per quello che è, una schifezza, chi vive il mondo della scuola è ben consapevole di una cosa. 
La situazione sta per esplodere. Di segnali ve ne sono stati tanti. Dallo sciopero contro la legge 107 del 2015, con adesioni di circa il 70/80 %, alla batosta data al governo il 4 dicembre, con un chiaro no ad una riforma costituzionale certamente pessima, ma che ha richiamato al voto tutto il mondo della scuola che in gran parte ha detto no sia per difendere la Costituzione che per sanzionare politicamente un governo "sinistro" che si è reso responsabile di disastri nel settore della scuola. L'anno scolastico che si appresta a giungere a termine è stato uno dei peggiori in assoluto. Con classi scoperte per mesi, con docenti sballottati in giro per l'Italia, come turisti per caso, ma non erano turisti e non era un caso, con migliaia di ricorsi, forse si è raggiunto il record, con un precariato che persevera e con una conflittualità pesante ed un clima sempre più da caserma, stante l'improprio e fuorviante incremento di poteri riconosciuti ai dirigenti scolastici e come spesso questi poteri vengono anche esercitati. Insomma la scuola italiana è come un vulcano pronto ad esplodere. Non sappiamo il quando, ma sappiamo che ciò accadrà forse prima di ogni previsione. E la lava incazzata travolgerà ogni cosa. D'altronde è nella scuola che si registrano i primi cambiamenti in atto nella società. Che almeno quelli che si son resi responsabili di tale disastro avessero la decenza di stare zitti, cambiassero mestiere, facessero altro della e nella loro vita, ma a quanto pare ritornano e vogliono ritornare a governare il Paese e continueranno a fare danni nel settore della scuola, un pilastro fondamentale ma gravemente leso da incapaci ed incompetenti ed irresponsabili ma anche con la complicità di qualche realtà e soggettività che invece di difendere i lavoratori e la scuola pubblica ha letteralmente perso il senso di orientamento e forse anche della propria ragione di esistere.

Marco Barone

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