Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Se il Sindaco di Monfalcone, per protesta, non partecipa alla consegna della Majestic a Monfalcone



Un colosso, un gigante del mare, Majestic Princess, come è noto è la prima nave progettata ed anche costruita da Fincantieri per il mercato cinese per il Gruppo Carnival Corporation e realizzata a Monfalcone. Alla consegna della nave erano presenti le massime autorità, dal Capo del Governo italiano all'amministratore delegato di Fincantieri. Prime pagine sui giornali locali, nei TG locali ecc.

Ma non è passato inosservato l'atto di protesta che ha posto in essere il Sindaco di Monfalcone. Ha volutamente disertato tale momento spiegandolo poi su facebook con un post breve ma netto nei contenuti:

Quando la mia città sarà rispettata da chi viene un giorno e poi si dimentica, quando ci sarà più lavoro per il nostro territorio, quando dimostreranno con i fatti il 'grazie' a Monfalcone' e ai nostri lavoratori, allora sarò presente a tutte le consegne possibili e immaginabili.

Continua il braccio di ferro tra il sindaco di Monfalcone e la questione dei cantieri navali. Sindaco che ultimamente ha ricevuto anche delle strane lettere minacciose spedite dal Vietnam, che criticavano il suo operato, in modo aspro e duro, tanto da far parlare di intimidazioni. I problemi di Monfalcone sono noti, i problemi con i cantieri navali sono noti, così come deve essere detto che la maggior parte dei lavoratori che hanno costruito quella nave non sono cantierini monfalconesi doc. Qui si sono realizzati prima che altrove gli effetti negativi della globalizzazione, con tutte le conseguenze per i lavoratori locali e non. Non è una questione di monfalconesi doc, anche perchè a dirla tutta chi mai sarebbe questo fantomatico monfalconese doc? Non esiste, Monfalcone è sempre stata terra contaminata da varie culture, e provenienze territoriali sia italiane che non. E' una questione di diritti  e di sistema di appalti che andrebbe non riformato ma totalmente fermato. Ma la Fincantieri è una multinazionale, anche se in gran parte indirettamente nelle mani dello Stato, che mira al profitto come è ovvio che sia e profitto non fa rima con internalizzazione. 

Monfalcone  che ha  tra le altre cose un problema enorme da fronteggiare. Le commesse sembra che ci saranno fino al 2022 e forse possono arrivare anche al 2027. Il punto è che è ai limiti strutturali per il nuovo mercato che avanza. Un mercato che vuole navi sempre più grandi, e Monfalcone ad oggi non è pronta forse per realizzare navi di certe dimensioni che segnano il futuro in questo settore. E' qui che probabilmente si giocherà il futuro di questa partita. Che rischierà di essere dolorosa. Perchè nulla verrà concesso gratis. Ed il sindaco di Monfalcone, come è noto, ha poteri limitati in materia, più simbolici che effettivi e sostanziali, per non dire che non conta nulla sulle questioni che pesano nella cantieristica navale. Piaccia o non piaccia è così. Perchè qui la partita è enorme, si parla di cifre enormi, di multinazionali che investono in tutto il mondo e Monfalcone, pur con la sua nobile storia, è solo uno dei tanti posti che ospita un frammento di questa multinazionale, che ci mette tre nano secondi a chiudere uno stabilimento per spostare tutto in qualche altra parte del mondo,  nel tempo dove il made in Italy è solo un marchio  il cui timbro  può essere apposto  ovunque nella società della globalizzazione. Ma pur qualcosa si deve fare, per non continuare a subire situazioni che a Monfalcone stanno diventando ingestibili, ma è anche vero che tirare troppo la corda significa rischiare un disastro per questa città. La questione di Monfalcone non può essere affrontata solo dal suo sindaco e solo a Monfalcone, ma è nazionale, è una questione nazionale che deve trovare giuste risposte e giuste soluzioni lì dove tutte le strade conducono, anche quelle via mare, a Roma.

Marco Barone 

Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

L'italiano esodato... da Cherso