Nel giorno in cui la Repubblica popolare cinese ha adottato la sua costituzione, nel giorno dei funerali di Fidel Castro, nel giorno in cui i Led Zeppelin annunciano lo scioglimento del loro gruppo, in Italia, nel 2016, si è dato uno schiaffo alla politica del decisionismo sinistro. Si è registrato un qualcosa di epocale, a livello di sberla, tutta l'antipatia che è riuscita a capitalizzare intorno alla sua figura in neanche tre anni Renzi, non ci è riuscito neanche Berlusconi in vent'anni. Personalismi, l'uomo solo al comando, decisionismo. Ma questo decisionismo è stato punito, in modo severo dal popolo italiano, che ha detto no ad una riforma che innovava profondamente la Costituzione, ma soprattutto ha detto no a questo modo di fare politica. Nel Paese regna la stanchezza, la rabbia, l'incazzatura, l'intolleranza. La situazione, dal punto di vista politico, è già esplosa. La contaminazione a livello sociale sarà inevitabile ed inarrestabile. Ma quello che impressiona, è che non solo non emerge alcuna autocritica, e che i passi indietro sono strumentali ad un rilancio, ma che probabilmente non si è compreso cosa realmente accade in Italia, cosa bolle in pentola. Bersani,in una delle sue battute, che fanno certamente concorrenza a Grillo, che non fa più ridere, disse che non si può mettere la camicia di forza ad una pentola a pressione. Ma qui è quello che si sta facendo. Giorno dopo giorno. Qualcosa è cambiato nel sentimento degli italiani, vi è stata una presa di consapevolezza importante, governa il passo del gambero, con l'inganno della modernità. Vecchie e nuove generazioni hanno trovato l'unione in quella frammentazione che è stata tentata in modo fallimentare inasprendo i rapporti sociali, in Italia. Pur di salvaguardare l'esistente, non si sa più a cosa appigliarsi il nostro sistema, e per dirla con una battuta lo schiaffo che è stato dato il 4 dicembre, è notevole, con quel referendum che avrebbe sancito il passaggio alla terza repubblica,
nella contorta sopravvivenza della seconda, ha sancito il ritorno della
prima, e se continuiamo di questo passo, vuoi vedere che ritorna la Monarchia? In una Repubblica nata sotto il segno dell'alta tensione proprio con il noto referendum dove scegliere se morire di Monarchia o gettarsi nell'incognita della Repubblica, dove tra brogli, cose non dette e tanto altro, giusto per gestire il tutto all'italiana e non fomentare incertezze sono finite su chi l'ha visto le circa 1 milione e mezzo di schede bianche e nulle e per tagliare la testa al toro le schede votate sono state velocemente bruciate, creando un precedente storico a dir poco nebuloso. E già questo può ben spiegare quali sono state le basi della nostra Repubblica, a cui solo la Costituzione nei suoi principi fondamentali ha cercato di porre rimedio, ma che a distanza di decenni continuano ancora ad aspettare la piena applicazione.
Marco Barone
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