C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Quando sia la medaglia della marcia su Fiume che di Roma venne assegnata alla camicie nere



Che la marcia di occupazione di Fiume abbia anticipato, per il suo essere razzista, eversiva, militarista, per il suo simbolismo, quella di Roma è stato ben spiegato, così come anche il fatto che D'Annunzio fosse in realtà una sorte di duce mancato. E quella continuità che vi è stata tra la marcia su Fiume del 12 settembre 1919, e quella del 1922 su Roma è provata anche dalla medaglia commemorativa.

Quella di Fiume è costituita da una disco di bronzo del diametro di 39 mm. con attacco a cambretta, che reca: sul dritto nella parte inferiore braccia che sollevano pugnali con al centro uno stendardo romano che sostiene un'aquila ad ali spiegate nella parte superiore della medaglia, ai lati dello stendardo la scritta "HIC - MANE / BIMUS - OPTIME" su due righe; sul verso La scritta "AI / LIBERATORI / XII-SETTEMBRE/MCMXIX", su quattro righe, sopra un serto di alloro, in basso sul bordo la scritta "FIUME D'ITALIA" su una pergamena srotolata.Il nastrino presenta tre fasce verticali eguali con i colori dello stemma del comune di Fiume: turchino, giallo e carminio.

Quella della marcia su Roma è costituita da una disco dal diametro di 34 mm. con attacco a cambretta; sul dritto una vittoria alata che regge con la mano destra una corona di quercia e sostiene con la sinistra un fascio littorio. Alle spalle della figura vi sono insegne legionarie, fasci littori e daghe romane.; sul verso al centro uno spazio quadrangolare vuoto ove l'insignito poteva far incidere il proprio nome. Alla base dello spazio quadrato è presente la sigla FM Lorioli & Castelli Milano et EB Mod. Rip. Ris (incusso). Lo spazio quadrato è delimitato da quattro fasci littori. Circolarmente il bordo è delimitato da un doppio cerchio in cui sono incise le leggende Marcia Su Roma, in alto, e 27 ottobre-1 novembre 1922, in basso. Tra le leggende sono presenti due piccole stelle. Il nastrino  di 37 mm, è diviso a metà verticalmente, a sinistra è rosso-amaranto ed a destra è giallo: i colori del comune di Roma. E come si può notare sono molto simili. 
Ma la continuità tra queste due idiozie verrà formalizzata dall'articolo 2 del Regio Decreto n. 273 del 31 gennaio 1926, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 49 del 1º marzo 1926 ove si dispose che " gli ufficiali della Milizia volontaria per la sicurezza possono fare uso anche della medaglia commemorativa della spedizione di Fiume e della marcia su Roma."  Le MVSN erano le camicie nere.

Marco Barone 

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